San Sinner ha portato l’Italia alla finale di Coppa Davis e gliel’ha fatta vincere. Un’Italia che aveva rischiato di affondare in semifinale contro la Serbia (più forte dell’Australia regolata per 2-0) dopo che Musetti (tirando giù anche il capo dei santi – no, non Jannik, quell’altro – sotto forma di bestemmia tonante) aveva illuso e poi rapidamente deluso nel primo incontro della semifinale. “Pazzi di Sinner” e “Il campione più amato”, titola ora la Gazzetta dello Sport, che due mesi fa titolava “Non si fa così”, parlando di “Sinner e nazionale – Un amore mai nato che danneggia tutti”, con questa argomentazione: “Con la squadra in affanno, la quarta rinuncia alla Davis rischia di incrinare l’immagine del n.1 italiano”. Da lì era partita campagna contro l’altoatesino, poi prontamente nascosta sotto il tappeto rosa: da non italiano vero non attaccato alla maglia azzurra, un mezzo traditore che non a caso ha residenza a Monte Carlo, a eroe nazionale (“Sinner favoloso” e “Sinnerman”, con un passaggio intermedio da “italiano atipico”), con una salita in massa sul carro del vincitore (che vincendo trascina così l’intera squadra e di riflesso l’intero Paese sportivo), questa sì indubbiamente molto italiana (e non certo appannaggio solamente della Gazza).
Grazie a Sinner, che ha battuto due volte in poche ore il numero uno del mondo (e forse della storia) Novak Djokovic (la seconda nel doppio assieme a Lorenzo Sonego), l’Italia è tornata in finale di Coppa Davis dopo 25 anni, e dopo 47 anni si è portata a casa il trofeo. Dopo aver dominato il primo set del secondo match di semifinale, Jannik aveva subito il ritorno di Nole e aveva rischiato seriamente di perdere, annullando tre match point in fila e trovando il break decisivo nel game successivo. Fossero andati in maniera diversa anche solo quei due game, l’avventura azzurra sarebbe finita lì, visto che nell’incontro di apertura contro Kecmanovic Lorenzo Musetti aveva prima illuso (vincendo a fatica ma con qualche bello sprazzo il primo set 7-6) e poi deluso, naufragando nei successivi due parziali (6-2, 6-1) complice anche un risentimento muscolare nel finale.
E pensare che dopo la vittoria del primo set Musetti era esploso verso l’angolo italiano urlando con tanto di gesto eloquente quello che dal labiale parrebbe essere qualcosa come “C’ho due coglioni, così” (seguito da bestemmia), una scena rilanciata in video con tanto di faccina con occhi a cuore dai profili social ufficiali della Davis Cup con il claim “This energy is electric”, immaginiamo inconsapevoli del significato di quella apparente energica “evocazione”. Anche se nei commenti su TikTok molti utenti italiani hanno provato a dare qualche indizio: “Come scusa Musetti? Ti porto io?”, “Credo abbia detto sìììì punto mio”, “No, ha detto ’sto trofeo lo porto io”, “Ha detto la prossima batto io”, “è uscito zio?”, “ha detto questa partita la vinco io”…
Oggi, poi, sul campo di Malaga dopo la sofferta vittoria di Matteo Arnaldi contro Alexei Popyrin (7-5, 2-6, 6-4) in 2 ore e 29 minuti di gioco, “San Sinner” ha trovato il punto del decisivo 2-0 in finale dominando sul numero 12 del mondo Alex de Minaur (6-3, 6-0 in 1 ora e 21). E la Coppa Davis, incredibile anche solo a immaginarsi qualche mese o settimana fa, torna in Italia.