La Ferrari è reduce da un periodo molto complicato in pista, con qualche leggero sprazzo di luce, ma siamo ancora lontani da ciò che il blasone imporrebbe e i tifosi vorrebbero. Dopo un 2020 tragico, concluso al sesto posto costruttori, e un 2021 di ripresa con cinque podi artigliati, ma zero vittorie, tutti si attendono dalla scuderia di Maranello una scossa. Perlomeno un ritorno al vertice in qualche gara.
Questo, almeno, è ciò che ha promesso il responsabile del team Mattia Binotto, se poi accadrà lo cominceremo a capire in occasione dei primi test del Montmelo previsti per il 23 febbraio. Intanto Ivan Capelli, uno che alla Rossa ha corso nel 1992 , si è espresso sulle due guide Leclerc e Sainz, definendo il monegasco come più ardito e lo spagnolo come costante.
“Carlos si è dovuto adeguare ad un metodo di lavoro differente, in una squadra più complicata delle altre e lo ha fatto bene - ha dichiarato a La Gazzetta dello Sport - Credo che anche parlare in italiano, appreso in epoca Toto Rosso, sia stato d’aiuto. Inoltre è bravo a impostare il lavoro, a gestire le situazioni e le gomme”.
“Charles invece è più rapido sul giro secco”, ha continuato ad analizzare la coppia Ferrari. “L’anno scorso ci si aspettava fosse più leader, ma ci sta che non sempre ci sia riuscito. In precedenza con Vettel, nessuno gli domandava nulla e avere la pressione sulle spalle fa una grande differenza”.
Dopo una prima stagione di convivenza vissuta alla pari in termini di trattamento, per il 58enne, i vertici del team dovrebbero continuare per questa strada, evitando un approccio gerarchico all’italiana.
“In Inghilterra tante volte hanno messo vicino due nomi di punta, come Mansell e Piquet alla Williams, o Senna e Prost alla McLaren. A mio avviso dovranno essere le prestazioni a decretare, eventualmente, la preferenza per l’uno o per l’altro”, ha concluso.