Niente, è più forte di noi. Non ce la facciamo a smaltire la vittoria dell'Europeo. La vittoria degli Azzurri non ha soltanto fatto rinascere il sentimento di amore per la maglia della Nazionale, ma ci ha permesso di tornare a sognare. Di fare progetti per il futuro. Se però Roberto Mancini ha avuto il coraggio di puntare sui talenti di casa nostra, non si può dire la stessa cosa del calcio italiano. Salvo qualche rara eccezione, si fatica ancora a investire nei settori giovanili privilegiando, a parità di esperienza, i calciatori stranieri con l'obiettivo di venderli poi a cifre decisamente maggiori del prezzo iniziale di acquisto. Ecco perchè, secondo Ivan Zazzaroni, a vincere gli Europei non è stato il nostro campionato, ma la Nazionale.
Zazzaroni, vittoria degli Europei a casa loro, una grande gioia?
Una grandissima soddisfazione. Loro hanno fatto all’inglese, la solita arroganza. Da mesi hanno iniziato un’opera di promozione vinciamo e tutto il resto. In realtà per gli italiani vincere davanti a 60mila inglesi e la famiglia reale è stata una cosa meravigliosa, fantastica. È stato un valore aggiunto.
Cosa ne pensa della medaglia tolta?
Ma no, io personalmente non mi è interessato. Mi interessava la gioia della vittoria, il resto non mi ha coinvolto. Son più robe da tifosi. La medaglia è stata una brutta figura, loro che sono quelli del fairplay che ci insegnano come si vive, si sono comportati in maniera oscena. Una gran brutta figura, ma è talmente bello aver vinto che il comportamento degli sconfitti non ci interessa.
Dopo il gol subito credeva nella nostra vittoria?
No, ci speravo. Non ho pensato vedrai ce la faremo. Ho sempre avuto paura che si potesse perdere
Jorginho è pallone d’oro?
Secondo i concetti e i principi della giuria che vota sì perché ha vinto Europeo e Champions. Nessuno ha vinto più di lui. Se poi bisogna parlare di giocatori assoluti allora dico di no, ma siccome adesso premiano i titoli i parametri sono quelli giusti.
Eppure Ventura lo metteva in panchina…
Io me lo ricordo con Sarri soprattutto. Al Napoli e al Chelsea agiva centrale, era un metronomo. Questo lavoro in gran parte lo ha fatto anche con Tuchel. È chiaro che un giocatore come lui che detta i tempi serviva perché eravamo scoperti in quel ruolo. Mancini ama molto i giocatori tecnici, sotto questo aspetto Jorginho è molto Manciniano. Verratti, Locatelli, gli inserimenti di Pessina. Ecco Roberto e il suo staff l’hanno vinta nella selezione dei suoi palleggiatori e delle scelte a gara in corso.
Si aspettava di più da qualcuno?
Qualcuno parla di Immobile, io credo che con le caratteristiche che ha è normale sia andato in difficoltà. È molto forte sul contropiede e negli inserimenti tra le linee, spesso poi era molto solo. Al di là di quello ognuno ha meritato il titolo. Pensare a chi ha dato di meno è singolare, prendiamoci il buono di questo Europeo
Guardando al Mondiale c’è qualcuno che farà il salto di qualità?
Francamente non sono proiettato in avanti, godiamoci questo momento al resto ci penseremo. Detto ciò credo che due su tutti esploderanno, Gianluca Mancini e Giacomo Raspadori.
Resta il fatto che in Italia i giovani vengono lanciati in campo pochissimo...
Non è perchè che fanno fatica, manca un progetto sul vivaio, da anni ormai. La vittoria della Nazionale non corrisponde al nostro campionato, Roberto Mancini ha scelto in maniera completamente diversa dalle scelte che fanno gli allenatori di club. Ha lanciato i ragazzi senza paura, ha dato loro fiducia. Questa è una vittoria della Nazionale non del campionato italiano.