Nelle corse in moto funziona come nei fidanzamenti: quando una storia finisce diventa quasi una partita al chi ha lasciato chi. Non ha fatto differenza la storia al capolinea tra Ducati e Jack Miller, con il pilota australiano che, in una recente intervista, ha voluto mettere le cose in chiaro.
“Ho deciso io di andare via da Ducati – ha detto Miller – E’ una scelta verso cui mi sentivo più a mio agio e adesso sono entusiasta della nuova avventura con KTM”. Nessun litigio, nessuna spaccatura, semplicemente strade che si sono separate più per volontà dell’australiano che dell’azienda italiana. Sembra, infatti, che Ducati avesse comunque offerto una Desmosedici a Jack Miller, ma non certo quella con i colori ufficiali del Team Lenovo. Miller, però, non se l’è sentita di finire in una squadra satellite, anche se con tutte le garanzie di poter avere tra le mani il pieno supporto di quelli di Borgo Panigale e una Desmosedici identica a quella degli ufficiali. Anche perché l’offerta che KTM gli ha fatto è di quelle difficili da rifiutare, con un progetto che, tra l’altro, è decisamente ambizioso.
Non è una novità, infatti, che la RC-16 è la moto più simile in griglia alla Desmosedici e che anche l’approccio al lavoro dell’azienda austriaca è, almeno per quanto riguarda la parte racing, molto ispirata proprio a Ducati, tanto che molti ex uomini di Borgo Panigale vestono adesso l’arancione di KTM. “I test di Valencia – ha raccontato ancora Miller – mi hanno lasciato incuriosito, ma tutto sommato soddisfatto. Ho avuto subito la sensazione di una buona moto tra le mani e mi sono accorto sin dal primo momento che i miei suggerimenti venivano ascoltati e recepiti. Ora a Sepang vedremo dove siamo riusciti a arrivare, ma ho tanta fiducia, perché KTM è una grande squadra. Penso che il modo in cui KTM sta lavorando, la mente aperta che hanno, la forza che hanno dietro al progetto e queste grandi menti coinvolte, potranno portarci lontano. Mi sento molto onorato e privilegiato di farne parte e di lavorare con queste persone. Quanto alla moto, invece, c’è ancora un po’ da fare: a Valencia sbandava molto e dobbiamo trovare il modo di mettere più potenza a terra senza perdere troppa aderenza, ma ci stiamo lavorando. Si tratta di aggiustare un po’ l’elettronica e altri grandi aiuti arriveranno dall’aerodinamica, grazie anche alla collaborazione con RedBull Formula1”.