Le P2 di Portimaõ, prime della storia con il nuovo formato, ci hanno restituito un’intensità a cui non eravamo abituati: un’ora in pista, poi allungata a causa di due bandiere rosse (di cui una a causa della violentissima caduta di Pol Espargarò) e i piloti che si sono lanciati in pista per una sessione di qualifica anticipata: P1 e P2 stabiliscono l’accesso diretto in Q2 e sulle FP3 si lavora esclusivamente sul passo. Così, dopo due giorni, il monitor dei tempi è diventato rosso e caotico come se si corresse a Pamplona. Ad uscirne davanti a tutti pulito e raggiante c’è Jack Miller, che arriva all’incontro con la stampa con un grande sorriso addosso. È leggero, si siede per terra come fa di solito prima dell’inizio di una gara e aspetta il suo turno per parlare. Nel frattempo passano Fabio Quartararo - chissà cosa starà pensando della KTM - per fargli i complimenti e Johann Zarco ci scambia due parole. Quando si rivolge a noi è tranquillo e, piuttosto che autoproclamarsi in lotta per la gara, preferisce un’alzata di spalle.
Dì la verità Jack, hai tagliato.
“Si, lo ammetto. In curva tre e anche nell’ultimo settore (ride). Ad essere onesto sono sorpreso quanto voi, non dei miglioramenti ma del tempo sul giro. Non me lo aspettavo, ma lo accetto volentieri. Abbiamo lavorato durissimo, e quando dico ‘abbiamo’ intendo soprattutto gli ingegneri, perché io sono stato a cazzeggiare in Australia negli ultimi quattro mesi. Mi hanno ascoltato moltissimo però, e abbiamo fatto grandi passi in avanti col nuovo telaio ed il nuovo motore. Abbiamo fatto un bel passo in avanti e penso che posso far diventare la moto più mia. La moto è incredibile sul davanti, riesce proprio a trasmettere tutto e ho fatto qualche salvataggio incredibile. Devo dire grazie agli ingegneri e a KTM per essersi fidati e avermi dato questa opportunità e per aver ascoltato tutte le mie str****te. Hanno lavorato notte e giorno per me e il progresso da Valencia - quando l’ho guidata la prima volta - è stato incredibile”.
Aree particolari in cui è migliorata la moto?
“È migliorata ovunque, in tutto. Abbiamo un motore big bang adesso e questo fa una grande differenza in termini di utilizzo, l’erogazione della potenza mi piace molto. Chiaramente le Ducati sono velocissime, ma quando ho preso la scia sono riuscito a passarli e non me l’aspettavo”.
A cosa punti in gara? Sei da podio?
“Non mi aspettavo il tempo e sono contento di poter usare la gomma morbida per il time attack come facevo in Ducati ed è molto diverso rispetto a come facevo in passato. Vedremo domani nelle Q2, il mio obiettivo è stare davanti. La gara sprint la faremo full attack”.
Arrivi dalla moto migliore, ora la tua è buona ma non è lo stesso. Ti sei già scordato della Ducati?
“Non l’ho scordata chiaramente, ma credo che l’esperienza che io abbia accumulato lì sia stato un fattore cruciale per decidere di coinvolgermi in questo progetto. È una delle ragioni principali per cui KTM mi ha approcciato, non credo l’abbiano fatto perché sono un bravo ragazzo. Ho tanta esperienza e diverse informazioni, avere questi ragazzi che mi ascoltano e si fidano è una manna”.
Hai prodotto un salto spaventoso sullo scollino.
“Beh, ho visto un video di Toprak Razgatlioglu e lui ha saltato molto più di tutti noi, così oggi ho dato tutto”.