Jack Miller ha un pregio grande: non si fa il minimo problema a dire quello che gli passa per la testa. Lo ha fatto anche questa volta, spiegando che i piloti non ne possono più di fare i conti con le continue variazioni del calendario della MotoGP. Non c’entra niente il fatto che le gare in programma sia tantissime, ma c’entra, piuttosto, la necessità di non ritrovarsi con lunghi periodi di stop che rischiano di costare cari da un punto di vista fisico. E pure di falsare la preparazione atletica programmata in inverno.
Sia inteso, Miller non cerca scuse e non arriva a dire che i suoi risultati altalenanti – che gli sono costati l’uscita da KTM dopo solo due stagioni – siano colpa delle variazioni di calendario. Ma è innegabile che un collegamento c’è in una MotoGP in cui tutto, e quindi anche la preparazione fisica dei piloti, è studiato nel minimo dettaglio. “All’inizio dell’anno si stabilisce un piano di lavoro sul fisico per i Gran Premi e ci si allena per questo, secondo quanto programmato – ha spiegato l’australiano – Quando il calendario cambia, poi cambia anche tutto il resto. Non è la prima volta che si annullano gare, ormai sono anni che accade”.
Accade, ma non dovrebbe accadere. Perché, appunto, ritrovarsi fermi per quasi un mese, come accaduto in questo giugno, potrebbe vanificare parte del lavoro programmato e fatto in inverno. E’ qualcosa con cui fanno i conti tutti i piloti e tutti i preparatori atletici, ma che a qualcuno potrebbe costare più che a altri. Jack Miller, a quanto pare, è tra quelli che soffre di più i continui cambi di programma, soprattutto adesso che non sta attraversando un bel periodo dal punto di vista dei risultati e in cui ha necessità di tornare a mettersi in mostra. “Per quanto mi riguarda – ha concluso l’australiano - Sto solo cercando di affrontare una gara alla volta, è tutto quello che posso fare. Se fossi stato più avanti in classifica, allora forse avrei voluto una gara in più o una in meno”.
Non sono i GP rinviati a aver fatto la differenza per Miller, ma sicuramente hanno contribuito a generare stress ulteriore, con il pilota australiano che intanto è suo malgrado tornato al centro di nuove voci di mercato. L’ex Ducati e ormai quasi ex KTM, però, sembra non voler parlare di questo argomento e, anzi, ribadisce di pensare solo e esclusivamente a tornare sul podio, probabilmente nella consapevolezza che quella e solo quella è anche la strada per continuare a garantirsi un futuro in MotoGP.