101 è più di 12 milioni. No, non siamo diventati matti, è semplicemente quello che viene da dire leggendo le ultime dichiarazioni di Fabio Quartararo dopo i test con Yamaha a Valencia. Il pilota francese, infatti, non accennava un sorriso – se non di amarezza – da almeno due anni e adesso, invece, sembra non toccare i piedi per terra. “Ho fatto 101 giri a Valencia e sono contento, mi piace molto quello che ho provato e forse già a Assen porteremo in pista gli aggiornamenti alla M1” – ha raccontato.
Nessuna cautela, nessuna diplomazia. Solo voglia di raccontare una sensazione. E l’impressione, per tutti, che se Fabio Quartararo s’è espresso in maniera così chiara, allora le cose in Yamaha stanno cambiando davvero. Lui, dalla sua, l’ha sempre detto: “Con una moto competitiva posso giocarmela con chiunque”. Un avvertimento a Bagnaia, a Marquez, a tutti i ducatisti e pure a quelli che considerano il francese già fuori dalla lotta per il podio. “E’ chiaro che il titolo per questa stagione non è ipotizzabile – aveva affermato Quartararo già al Mugello – Ma se riusciamo a fare in modo che la moto risulti meno pesante possiamo lottare con quelli davanti in qualche gara”. Forse già da Assen, con il francese che però non è entrato nello specifico delle novità che hanno riguardato l’M1, anche se l’impressione è che gli ingegneri giapponesi, insieme ai motoristi italiani di Marmorini, siano riusciti a mettere insieme un pacchetto quasi rivoluzionato, visto quello che ha detto anche Alex Rins: “Mi sono veramente divertito con questa moto”.
Per capire quante delle novità provate saranno portate già in gara bisognerà aspettare il prossimo fine settimana, quindi, quando si correrà il Gp d’Olanda. Per capire cosa invece è cambiato più in generale nel Team Monster Energy non c’è alcuna attesa, visto che a spiegare tutto ci ha pensato proprio Fabio Quartararo. “Io non volevo continuare con questo progetto – ha raccontato ripercorrendo le fasi che lo hanno portato al rinnovo con Yamaha – Però vedevo che l’atteggiamento era diverso e ho cominciato a pensarci. Soprattutto ho notato una differenza nella velocità nel cambiare cose che non funzionano, provando cose nuove in un brevissimo lasso di tempo. Se funziona, non si spendono tre mesi per vedere l'affidabilità o altro. Ci sono molte cose che arriveranno quest’anno e che saranno importanti. Sono arrivati ingegneri di altri marchi che mi hanno dato molta fiducia e anche il modo di lavorare è cambiato molto e sono passato dal non voler essere coinvolto nel progetto al sentirmene parte”.
L’ingaggio faraonico con cui Yamaha è riuscita a trattenere il francese non sarebbe, quindi, il principale motivo della scelta da parte di Quartararo. Che però è consapevole che quando si parla di 12 milioni di Euro a stagione per due stagioni si corre il rischio di far discutere gli appassionati. “Capisco – ha ammesso – che qualcuno possa reagire un po’ così, ma perché non sanno nemmeno cosa c'è dentro. Il denaro non è stato il motivo, ma ovviamente ha aiutato. Il progetto, i nuovi ingegneri arrivati, la fedeltà, tutto c’entra nella scelta. Credo in Yamaha e ho lavorato molto su me stesso, ho passato periodi terribili in cui ho chiesto anche l’aiuto di psicologi. Ora, in ogni gara, cerco di guardare sempre avanti”.