Johan Mir in Gresini. Jack Miller in Gresini. Addirittura c’è chi ha ipotizzato Alex Rins e Franco Morbidelli. Dove? Ovviamente in Gresini. Tutti vorrebbero una Ducati e in Gresini ce l’hanno. Non fa una piega, così come non fa una piega anche il fatto che tutto quello che si può dire adesso sul mercato della quadra di faenza e tutti i nomi che le vengono accostati sono pure invenzione. O, meglio, magari qualche ammiccamento e fondo di verità ci staranno pure, ma Nadia Padovani non è Fabio Quartararo.
Che significa? Niente di polemico o che faccia riferimento all’ingaggio del francese. E’ semplicemente un modo per dire che in casa Gresini c’è una cosa che manca proprio: la fretta delle firme. Cosa che, invece, sta costando cara a altri piloti e su tutti proprio a Fabio Quartararo. Adesso che Jorge Martin è finito in Aprilia e che Enea Bastianini s’è accasato in KTM, infatti, è più che ipotizzabile che Quartararo stia maledicenndo il giorno in cui ha scelto di rinnovare con Yamaha, magari dicendo a se stesso che tanto valeva accogliere la sfida e prendere un sacco di soldi, visto che Ducati libere per il 2025 non ci sarebbero state. Invece ci sono: una sta in Gresini e addirittura due identiche a quelle degli ufficiali, se Pramac sceglierà di restare, saranno nel box di Campinoti.
In tutto il paddock della MotoGP chi sembra aver capito perfettamente e dal minuto zero quanto sia pericolosa "la fretta delle firme” e quanto sia fondamentale, piuttosto, saper aspettare senza lasciarsi prendere da troppe ansie è Nadia Padovani, insieme a tutta la famiglia non solo di sangue) Gresini. Stanno lì, aspettano, si coccolano Alex Marquez facendogli chiaramente capire che quella potrà essere la sua casa anche per i prossimi due anni (ma senza avere fretta di firmare nemmeno con lui) e, nel frattempo, lucidano la sella della preziosa Desmosedici che gli è rimasta libera. Senza cedere all’ansia, senza pretendere futuro adesso che c’è ancora da costruire il presente e, soprattutto, godendosi la soddisfazione delle conquiste che il saper aspettare ha permesso.
Al primo anno una vittoria subito con Bastianini, preso senza fretta dalle ceneri di Avintia e lanciato immediatamente verso la squadra ufficiale a suon di risultati. Primo traguardo. Al secondo anno facendo rinascere Alex Marquez e ponendo, di fatto, le condizioni per aprirsi la strada verso Marc. Secondo traguardo. Sempre al secondo anno scommettendo ancora su Fabio Di Giannantonio quando forse non lo avrebbe fatto più proprio nessuno e accompagnandone passo passo la metamoforsi verso il gran bel pilota che è adesso. Terzo traguardo. Poi, aspettando l’ultimo giorno utile dell’ultima stagione, mettendosi nel box, praticamente a costo zero, un certo Marc Marquez, fino a “lanciarlo” verso la squadra ufficiale. Quarto Traguardo. A cui sembra già più che chiaro che farà seguito un quinto traguardo e probabilmente pure un sesto già in questa stagione. E è chiaro che chi accosta oggi nomi alla squadra di Faenza, parlando di mercato, è fuori strada, perché l’unica certezza che c’è è che in Gresini nessuno annuncerà niente prima che l’abbiano fatto gli altri o che siano assolutamente chiare le mosse degli altri. Anzi, di certezza a proposito di team Gresini forse ce ne è anche un’altra: il sostituto di Marc Marquez sulla Desmosedici tutta azzurra potrebbe essere qualcuno di quelli pesanti e che garantirà anche il settimo traguardo e quelli dopo. Con buona pace di quelli che hanno fretta o che ne hanno avuta decisamente troppa…