Quello della passione lo alimenta; quello della devastazione, invece, cerca di domarlo. Che cosa? Il fuoco. Chi? Jayson Uribe. E’ un pilota del campionato MotoAmerica e della BSB, che è riuscito anche a fare qualche apparizione nella rookies cup Red Bull e nel Cev Moto2, oltre che nella Superbike francese. Poi il ritorno negli States, dopo la delusione di una mancata partecipazione al campionato del mondo Superbike, forse con la consapevolezza che i grandi palcoscenici motoristici non sarebbero stati il suo futuro, ma anche con la certezza che di scendere dalle moto da corsa non se ne sarebbe neanche parlato. Ha scelto la California per vivere e quando i luoghi che lo hanno accolto hanno avuto bisogno di lui non ha minimamente esitato a mettersi a disposizione, rischiando la carriera sportiva e persino la vita.
Jayson Uribe, infatti, non è solo un pilota, ma molto di più. Sta dando una mano come volontario ai Vigili del Fuoco degli States per provare a domare e spegnere le fiamme che stanno devastando proprio la California. Dalla tuta di pelle indossata ogni santo fine settimana a quella ben più scomoda e sicuramente meno appagante fatta di tessuto antifiamma, per affrontare un fuoco che, questa volta, non è quello della passione. Quella della California, e in particolare della Napa Valley, non è una situazione semplice da risolvere: ettari e ettari di coltivazioni sono andate distrutte e decine di migliaia di persone sono state fatte evacuare dalla proprie case. Una vera e propria catastrofe, come l’ha definita lo stesso governatore della California, costata la vita ad almeno tre decine di persone e che non ha precedenti nel secolo recente, rischiando di compromettere seriamente l’equilibrio ambientale del territorio e anche quello economico.
E’ qui che è entrato in gioco il coraggio di Jayson, non più solo circoscritto alla pista, con la sua foto pubblicata su Instagram che sta letteralmente facendo il giro del mondo. In quell’immagine, il pilota statunitense non è seduto sulla sua Honda CBR1000RR, come nelle altre che compaiono sul suo profilo, ma sul sedile di un’autopompa dei Vigili del Fuoco. “Un’esperienza – l’ha definita il ventiduenne pilota – Ma anche una risposta all’impulso di dare una mano, di esserci per qualcosa di importante, lottando insieme agli altri”. E non in solitaria come è solito fare quando indossa il casco e abbassa la visiera. Magari sarà anche l’esperienza che gli permetterà di crescere anche sul piano sportivo, trovando la capacità di esprimere il suo talento (e a questo punto anche la sua generosità) su quei palcoscenici che per molti addetti ai lavori avrebbe meritato di calcare, ma che, almeno fino ad oggi, non lo avevano trovato sufficientemente pronto.