Joan Mir vive la stagione più nera della sua carriera. Quattro weekend di gara saltati per infortunio, nove ritiri in totale tra Gare e Sprint Race, un undicesimo posto in apertura a Portimao come miglior risultato. È lo specchio, più che eloquente, di un feeling mai esistito, di una confidenza con la Honda che non è nemmeno lontanamente sbocciata. Nel paddock, durante la pausa estiva, girava voce che Mir stesse pensando di rescindere anticipatamente il contratto con Asaka, per tornare a divertirsi in moto, magari su una Ducati, nel clima famigliare del Team Gresini. Voce che, a Silverstone, è stata smentita dal diretto interessato: “Ho un contratto con Honda nel 2023. Onestamente, non guardo ad altri posti”. Così Joan, per forza di cose, si è concentrato sulla Honda della prossima stagione, l’unico appiglio possibile per ritrovare il sorriso, almeno in ambito professionale (moto a parte, due mesi fa è nato il primogenito di Joan e della moglie Alejandra).
In questo senso, la prima bozza della RC213V 2023 arrivata nel lunedì di Misano per i test non ha scontentato Mir, che sembra aver colto il primo – sottilissimo – barlume di luce della sua fin qui tormentata esperienza con Honda. Il pilota maiorchino, al contrario del compagno di squadra Marc Marquez (che non ha riscontrato cambiamenti prestazionali nel primo prototipo del 2024, salvo una posizione in sella diversa), dovrebbe aver trovato una “base” che gli consenta di essere più sicuro e consistente in frenata e percorrenza di curva, soprattutto con gomme usurate. “Non è tanto, ma è già qualcosa”, si direbbe in questi casi. Mir, a margine dei test romagnoli, ha specularmente replicato il motivetto sia in inglese che in spagnolo. L’indizio più incoraggiante, in ogni caso, coincide con la volontà di Joan di adoperare il telaio provato a Misano (utilizzato in gara da Stefan Bradl) anche nelle prossime gare intercontinentali: “Di sicuro non abbiamo fatto un grande step, siamo lontani dal fare un grande step, ma mi sono sentito un pochino meglio con le gomme usate, con cui sono stato più costante. È solo il primo test, abbiamo visto qualcosa di positivo. Non posso ancora dire se questa è la strada che prenderemo per l’anno prossimo, perché abbiamo bisogno di mettere tutto insieme. Il grip era leggermente meglio, ma siamo ancora molto lontani dalle migliori sensazioni, in frenata la moto che ho provato oggi era un po’ meglio, specialmente con le gomme usate. Anche in percorrenza e nel turning il telaio che ho provato era lievemente migliore”.
“C’è stato un piccolo miglioramento in ogni area – ha continuato Mir – e questo è positivo. Ho già detto che questa stagione va presa come una stagione test, quindi perché non utilizzare il telaio che ho provato oggi nelle prossime gare? Penso che sarà possibile, a meno che su altre piste non abbia sensazioni diverse. Ogni aiuto che riceveremo sarà decisamente benvenuto, ma di sicuro se non abbiamo provato un nuovo motore qui vuol dire che in Giappone avranno meno tempo per sviluppare un qualcosa di veramente diverso da portare nei test di Valencia di novembre. Ovviamente sarebbe stato meglio provare un nuovo motore qui a Misano, ma dobbiamo concentrarci su quello che abbiamo, probabilmente se non hanno portato il nuovo motore qui vuol dire che il cambiamento che faranno non sarà enorme, perché se questo nuovo telaio può stare con il motore attuale, allora non ci sarà un motore molto diverso a Valencia. È solo il primo test 2024, non mi aspettavo niente di rivoluzionario qui, però sarebbe già qualcosa se con il motore che arriverà faremo un altro passo; se da sette, otto decimi di distacco dal gruppo di testa potremo passare a tre o quattro decimi. Quello sarebbe un grande step”.