Fabio Quartararo ha mal di pancia perché si aspetta che Yamaha lo metta nelle condizioni di poter guidare una moto migliore, più veloce e più competitiva. E lo stesso problema ce l’ha Joan Mir che, in una intervista esclusiva concessa alla testata spagnola Motosan, ha letteralmente avvisato Suzuki: “Se dovessi accorgermi che la squadra non ha la mia stessa fame, non avrei problemi ad andare via e a cambiare colori”.
Un avvertimento che, però, al momento resta tale, visto che l’ex campione del mondo si è detto molto soddisfatto del lavoro che gli ingegneri giapponesi stanno portando avanti sulla moto e anche delle scelte del team che sta lavorando per individuare un team manager in grado di sostituire realmente Davide Brivio. “Se fossimo arrivati a Jerez e non avessi visto nulla di molto rilevante – ha affermato - è chiaro che avrei cominciato a guardare a scelte differenti per il futuro, di sicuro. Voglio vincere ancora e se fossi con una squadra che non ha la mia stessa fame, ovviamente la lascerei. Ma per ora ho buone sensazioni qui, ho visto che ci sono cose da testare, in più vedere che i due collaudatori ci sono, tutto questo mi conforta e mi motiva”.
L’obiettivo per Mir è chiaro: tornare a vincere per dimostrare che il mondiale 2020 non è stato un caso fortunato, ma un traguardo meritato. Anche se adesso la pressione su di lui è di più e le aspettative sono altissime: “All'inizio del 2020 sono arrivato e aspiravo a fare podi, a mettere fuori la testa, a iniziare a godermi le gare. Ma vincendo nel 2020 mi sono ‘condannato’ a fare di più ed è quello che voglio. Non è che mi aspettassi di più da Suzuki, è che non pensavo che anche gli altri sarebbero migliorati così tanto. Ma la verità è che è stato un dato di fatto. Poi, quando se ne sono accorti, hanno portato le cose a migliorare, ma ovviamente durante la stagione non abbiamo tanti test per ottenere risultati veri dal punto di vista delle prestazioni”.
Il 2022, quindi, dovrà essere diverso, con Joan Mir che scherzando sul primo mondiale senza Valentino Rossi aggiunge: “Ho detto già tutto quello che avevo da dire su Valentino. La verità è che quando ero piccolo il colore giallo ha attirato la mia attenzione, era vedere Rossi con la Camel, con la Honda, vederlo vincere, come festeggiava le vittorie: prima di partire sembrava che già avesse tutto pronto per vincere, ora non è così, ma lui lo sapeva. Tutto ciò ha attirato la mia attenzione e questo è stato uno dei motiviper cui ho scelto di correre in moto. Farlo con lui ancora in pista è stato un gran privilegio”.
In qualche modo, però, adesso che Valentino Rossi è uscito di scena, Joan Mir ammette di sentire un p’ anche il peso, da dividere con gli altri piloti, di tenere alta l’attenzione sulla MotoGP, anche se la presenza del Dottore sarà comunque a lungo garantita dai suoi tifosi: “Vedremo cappellini gialli per molti anni, questo è certo, per molti anni – ha concluso - Ma lo spettacolo va avanti, negli ultimi anni non abbiamo visto Valentino dare molto spettacolo, ma la gente lo supportava comunque. Ma credo che la MotoGP sia uno spettacolo che continua, sta diventando sempre più emozionante. Certo, l'icona di questo sport si è persa, ma la MotoGP non finirà se saremo bravi a garantire il livello e lo spettacolo”.