Se arrivano, sono comunque nelle ultime posizioni, tanto che per Honda portare a casa dei punti sta diventando quasi un'impresa. Joan Mir per il quarto week end termina le gare con zero punti. Ad Assen nella Sprint race è arrivato 14° mentre nel GP della domenica è finito nella ghiaia. E il fatto di essere in compagnia dei suoi compagni di marca non è certo una consolazione: mal comune non fa proprio nessun gaudio. Solo Johan Zarco è riuscito a portare a casa 3 punti domenica, ma è chiaro che ogni gara che passa la situazione è sempre più insostenibile. Anche al termine di questo fine settimana di gara Mira ha espresso tutta la sua frustrazione: "Ho lo stesso pacchetto delle gare precedenti, ma gli altri piloti fanno tempi incredibili. Noi andiamo forte, ma la verità è che gli altri hanno fatto più progressi, è incredibile vedere come accelerano in uscita dalle curve, mi fa arrabbiare". Il fatto di essere il pilota in grado di sfruttare al meglio il pacchetto che hanno a disposizione può far bene al morale ma è un palliativo, soprattutto perché non si riesce a intravvedere la luce in fondo al tunnel: "Se si fa la lettura dei dati siamo veloci. Io ho un pacchetto che non funziona, e sono il più veloce tra quelli con lo stesso pacchetto, e non di poco ma di molto, soprattutto in termini di ritmo".
Il risultato di questa rabbia che nasce nel vedere gli altri che sono più veloci e migliorano a un ritmo maggiore porta a forzare e, inevitabilmente, a sbagliare: "Mentalmente ciò che mi provoca queste cadute è la voglia di andare di più, ecco cosa mi provoca e mi crea problemi, soprattutto in termini di punti. Oggi avrei preso due o tre punti che sarebbero stati buoni per me. Ma se le cose cominciano ad andare meglio e mantengo questa intensità? Questo mi farà andare più veloce degli altri. Bisogna adeguarsi, ma non troppo, perché se si abbassa l'intensità, il corpo si abitua ed è molto difficile riprenderla". Insomma, potrebbe andare più piano e non cadere, ma questo lo metterebbe in difficoltà nel momento in cui dovessero tornare ad avere una moto competitiva, inoltre i piloti non amano le mezze misure e Mir non vuole cedere alla tentazione di adeguarsi una moto che non va: "potrei anche andare più piano, abbassare il mio ritmo di mezzo secondo e finire 40 secondi dietro al vincitore, ma non è quello che voglio. Come pilota voglio sempre di più, provare. Se questo significa cadere… forse un giorno non cadrò e mi troverò davanti".
Per questo Joan Mir torna a puntare il dito sui tempi di sviluppo della Honda e su come gli altri, Yamaha in primis, siano stati in grado di recuperare più in fretta il gap che li separava dai primi anche se pure loro restano parecchio lontani dal podio: "Non so come funziona la Yamaha dall'interno. È vero che avranno un team satellite ufficiale, (in riferimento alla notizia del passaggio di Pramac a Yamaha, n.d.r.) come ha fatto Honda quest'anno con LCR, siamo tutti moto ufficiali. Questo li aiuterà ad andare avanti, era un punto negativo che avevano in passato. Ma è chiaro che la Yamaha si sta impegnando molto, si vede che si stanno avvicinando sempre di più ai primi, stanno facendo dei test in questi giorni per mettere a punto le moto, e se stanno facendo dei test significa che stanno arrivando nuovi pezzi. Noi non abbiamo fatto test perché non sono arrivati i pezzi. Sono fiducioso che quello che arriverà ci farà fare due passi avanti, ma è difficile dire se la Yamaha sta lavorando meglio, lo vedremo alla fine dell'anno".