Uno, Joan Mir, cercherà di difendere il titolo di campione del mondo della MotoGP conquistato nel 2020 grazie ad una stagione segnata dalla costanza e, inutile negarlo, anche dall’assenza di Marc Marquez. L’altro, Tito Rabat, cercherà, invece, di dimostrare a Ducati e agli altri della MotoGP di essere un valido pilota e di aver sbagliato a liquidarlo per farlo accasare nel mondiale Superbike.
Entrambi, quindi, hanno obiettivi ambiziosi e se a questo aggiungiamo che nella vita di tutti i giorni sono grandi amici, ecco che molti degli allenamenti di Joan Mir e Tito Rabat diventano un modo per cementare una frequentazione che dura sin da quando i due erano bambini, ai tempi delle minimoto.
In questi mesi di pausa del mondiale si sono allenati spesso insieme, tra fuoristrada e flat track, ma anche di traverso sul ghiaccio con i kart e, ora, pure con le rispettive stradali. L’ultima full immertion nei motori l’hanno fatta al piccolo circuito di Mallorca, proprio in sella alle supersportive che Suzuki e Ducati hanno messo a disposizione dei due. E le foto, chiaramente, sono poi finite sui social.
Joan Mir, in sella alla Suzuki GSX-R con la livrea identica a quella della moto con cui ha vinto il mondiale, ha raccontato di aver lavorato molto sulla tecnica, scherzando anche con i suoi follower in alcune foto postate. Una, in particolare, lo ritrae piegatissimo in curva, mentre sfiora una piccola toppa d’erba che spunta dall’asfalto. “Falciando l’erba” – ha scritto il campione del mondo a commento dell’immagine.
Ma se Joan Mir ha falciato l’erba, il suo amico Tito Rabat, nella stessa giornata, l’ha proprio assaggiata. L’ex Avintia, infatti, è stato protagonista di una caduta e lui stesso ha postato la foto che lo ritrae a terra nella via di fuga, poco distante dalla sua Ducati.
Nessuna conseguenza fisica, ma un discreto spavento, visto che comunque il mondiale SBK è alle porte e Rabat intende essere al meglio per il primo GP. Il piccolo incidente, stando a quanto raccontato, sarebbe stato causato da un piccolo guasto. Ma non è da escludere neanche che i due stessero tirando di brutto. Perché si può essere anche grandi amici, ma due piloti e due moto, insieme, possono fare una cosa sola: ingarellarsi.