Essere veloce. E’ l’obiettivo di ogni pilota e lo è ancora di più quando si è già vinto un titolo mondiale in MotoGP. Di essere veloce, però, per Joan Mir non se ne parla più da un pezzo. Dopo il titolo, infatti, il pilota maiorchino ha passato due brutte stagioni in Suzuki, con il passaggio in Honda, nel Team Repsol, che avrebbe dovuto segnare una svolta definitiva. Invece va sempre peggio. Cadute, nervosismi vari e feeling inesistente con una RC213V che proprio non vuole saperne di fare coppia con lui.
L’ex campione del mondo lo ha anche ammesso, di recente, in una videointervista con Nico Abad, spiegando che soluzioni all’orizzonte comincia a non vederne più neanche lui e riconoscendo che l’insofferenza, ormai, è tanta davvero. A cosa aggrapparsi? A Marc Marquez! Quello che doveva essere il compagno di squadra da battere – neanche tanto mai amato – è l’unico appiglio, oggi, per Mir: “Marc è con questa moto da molti anni, sa esattamente di cosa ha bisogno questa moto per funzionare. È il miglior pilota in griglia. Ovviamente sta salvando la baracca in questo momento. Io non ci sto riuscendo e questa è la realtà dei fatti. Marc riesce a camuffare i limiti del mezzo con una guida tutta sua che gli arriva, oltre che dal talento, dall’esperienza di tanti anni con la Honda. Io non ci riesco ancora".
Per Mir il problema è chiaro: “Per andare forte con questa moto è necessario prendersi dei rischi. Io ogni volta che ci provo cado. Con Suzuki, in passato, ho fatto lo stesso e è andata bene, ora invece finisco a terra. Sono stufo! Devo ribaltare questa situazione”. Ispirandosi, quindi, a Marc Marquez e provando a copiare dai dati dell’otto volte campione del mondo, con Mir che però lancia anche l’ennesimo appello alla sua squadra: “Mi ascoltano, ma se prendo due decimi a giro dagli altri c’è qualcosa che non va”.
L’unica soluzione, oltre Marc Marquez, è il lavoro, con Mir che ammette di fare fatica a trovare la forza, in questo momento, per reagire come si dovrebbe da un punto di vista mentale: “Mi fa molto male vedere dove sono adesso, vedere sono dietro – ha concluso Mir - Ogni volta provo a guidare un po' più naturalmente, in un modo che mi piace come ho guidato in passato e riuscendo a essere veloce, mi sono schiantato. Penso che il team debba capire di cosa ho bisogno per essere veloce”.