Ali, alette, appendici e mesi e mesi di studio in galleria del vento. Sembrava il futuro e invece adesso l’aerodinamica è diventata il grande limite della MotoGP. Perché è vero che le moto ormai vanno fortissimo, ma è altrettanto vero che i flussi d’aria e i vortici generati hanno reso impossibile quel gesto tecnico che, invece, è il fondamento del motor sport: il sorpasso.
Carmelo Ezpeleta, il patron di Dorna e il grande capo di tutta la baracca, recentemente l’ha anche ammesso: non si può andare avanti così perché le moto ormai vanno troppo forte. Lui ne fa una questione di sicurezza – visto che più le moto vanno veloci e più bisognerà aggiornare i circuiti – ma la verità è che, ormai, è anche una questione di spettacolo: la gente non riesce, soprattutto dalla TV, ad apprezzare i picchi di velocità che si raggiungono, ma vuole, piuttosto, la bagarre. Solo che, in vista della grande rivoluzione del 2027, si sta parlando di limitare le cilindrate piuttosto che, appunto, le varie stregonerie aerodinamiche, ma nel paddock sono in molti a dire che per mettersi seriamente seduti e affrontare la questione il 2027 rischia di essere troppo lontano.
Tra questi c’è anche Massimo Rivola, CEO di Aprilia, che in occasione dell’Aprilia All Stars 2023 non ha perso l’opportunità di ogni singola intervista rilasciata in quella giornata per tornare sull’argomento. Lo ha fatto anche con noi di MOW, spiegando, in maniera sintetica, che c’è la necessità di cominciare a tracciare una rotta differente da quella intrapresa entro il minor tempo possibile. “Tutti abbiamo visto quanti piloti si sono infortunati in queste prime gare del mondiale 2023 – ha detto – io non voglio dare ogni colpa alle ali, anzi penso che l’aerodinamica sia un settore assolutamente affascinante per il nostro sport, ma dobbiamo darci tutti una regolata, altrimenti sarà impossibile vedere sorpassi”.
Aprilia, dalla sua, è quindi pronta al passo indietro, con Rivola che aggiunge: “Il 2027 rischia di essere un po’ troppo in là, forse dovremmo sederci tutti a un tavolo e capire come intervenire in tempi più brevi. Oltre agli infortuni per contatti di gara, infatti, abbiamo visto quanti piloti negli ultimissimi anni sono dovuti finire sotto i ferri a causa dello sforzo che richiede guidare queste moto. I piloti ormai sono atleti di livello assoluto, ma a volte non basta nemmeno quello perché le sollecitazioni che si subiscono guidando queste moto portano a problemi che si risolvono solo in sala operatoria”.