Carmelo Ezpeleta lo aveva detto: MotoGP e Formula1 non sono in antitesi. E adesso ha voluto fare qualcosa per dimostrare che Dorna vuole davvero andare di pari passo con quelli dell’altro regno del motorsport, per una sacra alleanza in grado di attrarre un numero sempre maggiore di investitori. Ecco perché sabato prossimo a Portimao, ad aprire ufficialmente la stagione della MotoGP, ci sarà un’auto della Formula1.
Detta così sembra una battuta, ma sabato Ralf Schumacher sarà al volante della Williams del 2003 con cui riuscì a vincere ben due gran premi in quella stagione, per “scaldare l’asfalto” prima del primo GP del motomondiale 2023. Giri dimostrativi prima di mezzogiorno di sabato e poi ancora un altro run tra il gran premio della Moto2 e quello della MotoGP nella giornata di domenica, con l’ex pilota tedesco che potrà così ritrovare i 900 cavalli del V10 BMW dell’auto con cui riuscì a salire sul gradino più alto del podio al Nurburgring e a Magny-Cours.
E’ l’ennesimo segnale, da parte di Dorna, di voler seguire proprio le orme della Formula1 che, dopo un periodo di disaffezione da parte degli appassionati, è tornata a macinare numeri importanti sia in termini di pubblico che di investitori. Una strada che necessariamente dovrà prendere anche la MotoGP dopo che Valentino Rossi ha appeso il casco al chiodo e dopo le gravi perdite economiche dovute al Covid19 e alla crisi che non ha risparmiato il motorsport.
Poco o niente a che vedere, quindi, con le recenti polemiche sulla Motogp che “si sta formulaunizzando” e che fanno riferimento, invece, alle tante appendici aerodinamiche comparse in maniera massiccia sulle moto nei test della Malesia e del Portogallo. KTM su tutte, ma anche Honda e Aprilia, infatti, hanno sfruttato proprio l’esperienza dei tecnici della Formula1 per migliorare le prestazioni dei prototipi su due ruote senza dove intervenire troppo sui motori. Con l’effetto, però, di aver generato non pochi mal di pancia tra i piloti, perché le moto adesso sono sì più veloci, ma molto meno prevedibili e quindi più difficili da guidare a causa della deportanza e dei vortici che si creano quando si è in bagarre nel gruppo.