I due non si piacciono. Che tra Marc Marquez e Joan Mir non corra buon sangue è cosa ormai più che nota, così come è noto pure che quando capitano vicini in pista non evitano di certo di beccarsi in qualche modo. Ma che accadesse al primo giro della prima qualifica era difficile immaginarlo e, invece, è proprio quello che è successo. Perché quando Joan Mir è uscito dal box, ieri, immediatamente lo ha fatto anche Marc Marquez, mettendoglisi alla ruota. Solito scambio di sguardi sotto i caschi e poi giù gas a cercare il tempo, con Marquez che ne aveva evidentemente di più di Mir e che in un paio di occasioni gli ha pettinato il pelo, rischiando di travolgerlo. Un modo per prendere la scia e fare il tempo, per carità, ma anche una provocazione bella e buona da parte dell’otto volte campione del mondo verso il maiorchino. Quasi a mettere subito le cose in chiaro: “Caro Mir, se vuoi il mondiale devi essere più forte anche dei dispetti che cercherò di farti”. In perfetto stile Marquez, insomma, con Mir che però è uno che cede facilmente al nervosismo.
“Le Suzuki vanno molto forte – ha detto Marc – è normale che mi sia attaccato a Mir perché la Honda ancora non mi restituisce il feeling necessario per un time attack in solitaria. Nell’ingresso successivo l’ho fatto con un altro pilota”. Tutto normale, quindi, e anche Joan Mir ha provato a minimizzare. “Ho fatto la Q2 da solo e ho dato il tiro a Márquez e ad altre persone poi – ha spiegato Mir -Presto la ruota perché sono coglione o generoso, ma devo imparare anche da queste situazioni. Qui una ruota si nota abbastanza, soprattutto con il vento, perché quando segui qualcuno non te ne accorgi. Questo mi ha condizionato di uno o due decimi che mi hanno messo in prima fila. Non mi piace cercare il giro dietro a altri, fin da piccolo ho sempre iniziato da solo e probabilmente è per questo che non ho così tante pole position. Esco senza cercare qualcuno davanti e senza preoccuparmi di quelli dietro".