Nella notte di Pasqua Johann Zarco resuscita e si converte nel leader del mondiale. Un caso? Da quando seguo la filosofia pratica di un visionario eclettico quale Amedeo Maffei, niente avviene per caso e con il suo esempio, Zarco dimostra quanto l’uomo sia un solidificatore di sogni. Tutti possiamo farlo, ma ad una condizione, precisa Amedeo Maffei: “avere chiaro l’obiettivo, il prezzo per ottenerlo e se si è disposti a pagarlo”. Johann Zarco lo ha fatto e quello che mi stupisce di questo atleta speciale è la sua integrità.
Per capire il successo di Zarco di oggi, occorre tornare ad agosto 2019 quando sulla pista di Spielberg viene annunciato il divorzio anticipato di Johann Zarco dalla KTM, una decisione presa a fronte di un rapporto tecnico mai sbocciato. Alla base ci sono i risultati molto deludenti e la luce in fondo al tunnel dell’adattamento che non si vede. Risultato? Il due volte campione del mondo Moto2 (2015 e 2016) rinuncia al contratto biennale e dopo 13 gare (l'ultima, 11 ° al Gran Premio di San Marino, chiude a 32 secondi dal vincitore Marc Marquez), lascia la squadra senza un piano B. Follia? “So di aver preso un grande rischio lasciando il team e rinunciando al contratto per il 2020”, mi raccontò Zarco nel suo motorhome a Misano, “mi stavo ammalando. Non potevo dormire a notte. Ero triste e non mi divertivo più a guidare. Questo è inconcepibile per me perché guidare una moto è meraviglioso. Restando infelice in KTM correvo il grande rischio di disinnamorami della mia passione”.
Questo significava rinunciare alla sicurezza economica. “Sì, avevo un contratto e uno stipendio da favola per due anni, ma il pericolo era di diventare triste, perdere la fiducia nelle mie capacità di pilota e la fame che mi sprona a spingere tutte le cellule del mio corpo al limite della fisica per realizzare il mio sogno: diventare campione del mondo. Così ho deciso di lasciare andare il contratto per creare uno spazio nuovo, aprirmi all’opportunità di guidare una moto che mi permetta di realizzare il mio sogno”.
L’intervista scivola in una dimensione molto più intima e personale e chiesi a Zarco dove aveva trovato la forza per pagare il prezzo del suo sogno. “Nella consapevolezza che sarei tornato a guadagnare un milione di euro se fossi stato veloce. Per uno che si è fatto da sé, lo stipendio di KTM mi aveva facilitato la vita, ma ero disposto a ipotecare la casa comprata per me e la mia famiglia per pagare la penale e rescindere il contratto prematuramente. Per il mio sogno, ero disposto a pagare questo prezzo e anche mio padre è stato contento”.
Un pilota felice è un pilota veloce. "Esattamente. Ho fatto questo salto senza paracadute ed è cambiata l’energia”. Neanche Valentino Rossi o Jorge Lorenzo hanno avuto il coraggio di fare questo salto nei loro anni bui con Ducati. “Nel paddock siamo tutti intercambiabili, eccetto Valentino. Se non sono veloce, posso essere sostituito”.
Rinascita
“Rescisso il contratto sono tornato a respirare”, racconta Zarco, “Le moto non sono pezzi di ferro. Con KTM tutto quello che facevo non funzionava, avevo bisogno di ristabilire una connessione. Quando guidi sei uno con la moto, sei totale, presente. Sapevo che ritrovando queste sensazioni sarei tornato veloce.” La meditazione ha aiutato Zarco a superare questo momento buio. Così sono arrivate le possibilità di guidare prima con LCR Honda di Lucio Cecchinello e poi la Ducati del team Esponsorama. La svolta avviene a Brno 2020. Zarco sale sul podio e l’ingegner Dall’Igna chiede a Zarco di aver fiducia e di aspettare un’offerta di Ducati per fare il salto di qualità nel 2021. E’ cosi che il francese si converte nel compagno di squadra del giovane Jorge Martin nel team Pramac Ducati, entrambi sul podio di gara 2 in Qatar.
Sogno Mondiale
“Ho creduto nella promessa di Gigi e il tempo ci ha dato ragione”, confessa il nuovo leader del mondiale, “questo è l’obiettivo e potrebbe essere l’anno giusto”. Zarco lascia il Qatar in testa al mondiale pur non avendo vinto una gara. Come già successo a Mir lo scorso anno, la regolarità potrebbe essere l’arma vincente anche di questo campionato. “Non ho ancora vinto? Non importa”, risponde il francese, “un titolo è più bello di una vittoria. Un titolo è un titolo, il sogno che mi spinge a migliorare giorno dopo giorno. In questi due weekend in Qatar sono riuscito a fare belle cose. Ma visto il ritmo che ha fatto Martin significa che c’è ancora qualcosa che posso capire meglio”.
Prossima tappa Portimao, prima delle gare europee. Cosa cambierà? “Penso che la Ducati vada bene anche su altre piste. Pensiamo al modo in cui ha finito il campionato 2020 Jack (Miller, ndr). E’ andato forte anche sulle piste piccole, quindi significa che la Ducati ha il potenziale per essere sul podio ad ogni gara. Questo è il nostro obiettivo. Focalizzarci sul titolo sarebbe un errore. Il nostro focus è continuare a lavorare, mantenere l’energia sufficiente e la buona relazione con la moto”, conclude Zarco, forse il pilota più anticonformista della griglia. Unico insieme a Nakagami nella griglia della MotoGP a non vaccinarsi, pilota pianista, poeta e meditatore.