Johann Zarco si racconta dopo le prime due gare del Qatar a Massimo Calandri per Repubblica in una lunga intervista ripresa anche dal giornalista spagnolo Manuel Pecino. Il francese, due volte iridato nella classe di mezzo nel 2015 e 2016, è attualmente alla guida del campionato con 40 punti. La sensazione è che Johann, anche memore del campionato 2020 - dove a vincere è stato il pilota più costante - stia approcciando le gare quasi esclusivamente in ottica campionato. Durante l’intervista sono molti i temi rilevanti toccati dal francese, sempre diretto e cristallino nell’esporre il suo pensiero: dal burrascoso rapporto che lo legava a Laurent Fellon, ex manager nonché padre del giovane pilota sotto contratto con il Sic58 Squadra Corse di Paolo Simoncelli, fino al suo punto di vista sul covid e sul vaccino. Ecco i passaggi più interessanti.
Parlando del Team Pramac, Johann si è detto felice dell’atmosfera: “Mi piace tutto ciò che è italiano. Quando sono arrivato in Ducati sentivo di entrare a far parte della storia del motociclismo, della storia delle corse. Lo slogan Ducati sulla passione per le corse è qualcosa che mi ha subito colpito… Anche in Pramac! Mi sento supportato dalla squadra e anche dalla Ducati. Dentro il box siamo in grado di divertirci, di ridere, ma quando si tratta di lavorare lo facciamo tutti molto sul serio”. Per essere veloci, spiega, anche la Ducati va guidata in maniera fluida: “Più veloce guidi, meno sforzo dovrai dedicare alla moto; tutto risulta più facile. Ma fondamentalmente succede con tutte le moto, non solo la Ducati. E quando arrivi al punto in cui tutto scorre, allora lì ti diverti davvero. Penso che questa sia la definizione di una moto da corsa: più veloce guidi, meno sensazione hai di dover qualcosa per essere veloce. Tutto esce attraverso il sentimento ... Ma è più facile dirlo che farlo! È interessante, perché quando arrivi a quel punto ti chiedi ‘perché mi alleno così tanto, perché mi ammazzo in palestra tutti i giorni?’ Perché tutto esce senza sforzo. Nelle due gare in Qatar ho finito molto meno stanco rispetto a quando sono arrivato tredicesimo a Jerez lo scorso anno”.
Poi racconta di Laurent Fellon, l’ex paracadutista che lo ha seguito per buona parte della sua carriera, finendo anche sul retro del casco. Questo prima del feroce litigio scoppiato tra i due, quando il pilota scoprì che il manager lo aveva tenuto all’oscuro di un interessamento da parte dalla Honda ai tempi del passaggio in KTM. Johann spiega che parlare con Lorenzo Fellon, il figlio di Laurent al debutto in Moto3, è impossibile: "Non possiamo parlare. Ho provato a salutarlo ma ... Quando gli ho scritto dicendogli che volevo incontrarlo per salutarlo, il giorno dopo ho ricevuto una lettera dell'avvocato di Laurent che mi vietava ogni tipo di contatto con suo figlio. E mi ha avvertito che, se avessi insistito su questo, mi avrebbe portato in tribunale. Vuole che io stia lontano da suo figlio”.
L’obiettivo, comunque, è chiaro: “Il mio sogno è diventare campione del mondo in MotoGP. Questo è il mio sogno e il mio sport, ma anche il mio obiettivo personale, tutto in uno. Se ci riesco, dopo andrà tutto bene. Tutto sarà più tranquillo, perché ora ho i miei problemi economici. Con tutto quello che ho passato, sto quasi iniziando a guadagnare soldi quest'anno. Non dico di aver ricominciato da zero, ma non sono stato in grado di risparmiare così tanto prima. Viene tutto dai problemi che ho avuto con Fellon, tra le altre cose. Ma non voglio più parlarne e nemmeno pensarci. L'obiettivo è stare bene, come sono adesso, e mantenere lo slancio che abbiamo mostrato due volte in Qatar".
L’essere così sincero è, nella MotoGP di oggi, una caratteristica quasi esclusiva del francese, che spiega: “Viene dall'aver vissuto con Fellon. Se parli con lui vedrai che non dirà mai le cose come faccio io. Il suo modo di vivere mi ha spinto a guardare le cose in un altro modo. Quando mi sono unito a lui mi ha detto che se volevo vivere con lui ed essere forte sulla moto dovevo ascoltare tutto quello che diceva. Ed è andata così fino a un momento in cui mi sono detto: "No, non puoi essere d'accordo con tutti". C’erano cose troppo estreme. Da quel momento in poi abbiamo iniziato a litigare. Ho smesso di ascoltare tutte le sue cose, tutte le sue parole. Ha pensato che volessi imbrogliarlo. E non era così. Quello che stava succedendo è che stavo maturando e da adulto ho iniziato ad avere le mie idee e opinioni. Se era un uomo duro? Vivere con Fellon era come una religione."
Infine, Johann parla del vaccino per il covid, proposto a tutti i piloti in Qatar e da lui fermamente respinto: "Perché non mi fido delle persone che stanno dietro a tutto questo ... No ... non mi sento a mio agio. Non sappiamo cosa sia veramente. All'inizio avevamo una certa libertà di pensiero. Ci fu una discussione sul fatto che fossimo manipolati o meno. Ora è una cosa tipo, 'Ascoltami e fa' quello che dico. '... E non mi piace. Ma non giudico coloro che accettano il vaccino. Lo capisco. È molto più difficile andare controcorrente. Ho cercato di difendere il mio punto di vista l'anno scorso non usando la mascherina, ma sono stato avvertito dall’IRTA che mi sarebbe stato vietato di correre se non avessi usato la mascherina ... e ho dovuto usarla. Non sono un rivoluzionario perché se non corro non potrò pagare il mutuo sulla mia casa e così via. Quindi non ho altra scelta che restare in silenzio e andare avanti. Forse alla fine dovrò vaccinarmi se voglio continuare a correre perché potrebbe diventare obbligatorio".