Che Johann Zarco potrebbe essere definito “il pilota col punto di vista differente” è cosa nota. Il francese, infatti, è uno decisamente distante dallo stereotipo del pilota tra la passione per la musica classica e le prese di posizione anche su temi sociali. Anche in pista è da sempre un controverso, capace di manovre al limite con gli avversari, ma contestualmente pulitissimo nelle linee e nelle traiettorie. La scelta che ha fatto quest’anno, poi, conferma definitivamente che Zarco, a volte, sembra muoversi in direzione contraria, visto che ha deciso di scendere da una Ducati Desmosedici uguale a quella del campione del mondo per salire sulla Honda satellite di Lucio Cecchinello.
Un passaggio, il suo, dettato – stando a quanto è dato sapere – dalla volontà di rimettersi in gioco con una nuova sfida, dopo essere finalmente riuscito a vincere almeno un GP in MotoGP – ma anche dal fatto che Honda, al contrario di Ducati, gli ha offerto un contratto di due anni, piuttosto che di un solo anno. L’ultima parte della carriera del francese, quindi, sarà in salita, viste le oggettive difficoltà della Honda e visto che persino Marc Marquez, dopo una storia ultradecennale di successi, ha abbandonato la barca per accasarsi proprio sulla moto che Johann Zarco ha lasciato, anche se su sponda Gresini Racing.
In molti hanno definito la decisione del francese una sorta di suicidio sportivo, ma Zarco, in una recente intervista, ha spiazzato tutti: “Il gap tra la Honda e la Ducati non è poi così grande”. Pecca di ottimismo, oppure è al corrente di qualcosa che da fuori gli appassionati ignorano? Difficile da dire, anche se Zarco aggiunge: “Ci sono dei cambiamenti e c’è grande volontà di ritornare al top da parte di Honda, quindi non è solo questione di speranza: Honda ha tutto per tornare a vincere in pochissimo tempo”. E’ per questo che Zarco ha scelto la RC213V e è per mettersi a disposizione del colosso giapponese, con l’esperienza maturata guidando praticamente tutte le altre moto (ad eccezione di Aprilia) che il francese si candida a diventare i punto di riferimento per lo sviluppo del nuovo prototipo.
La consapevolezza che sarà difficile replicare quanto fatto in Ducati, almeno nelle dichiarazioni, sembra non esserci, con Zarco che comunque si dice orgoglioso degli anni trascorsi in sella alla Rossa del Team Pramac e del contributo portato a Borgo Panigale. “La cosa incredibile che Ducati ha fatto è stata quella di creare una moto sulla quale ogni pilota può vincere – ha concluso - Danno la possibilità ad ogni pilota di vincere gare e lottare per il podio, ritrovando buone sensazioni sulla moto per tutti. È qui che sono stati fantastici. Per me è davvero bello ripensare al 2023 e ai bei podi che io e Martin abbiamo condiviso insieme. Ho iniziato bene questa stagione e ho ottenuto più punti di Jorge in principio, ma dalla sua vittoria nella gara Sprint a Le Mans, è diventato imprendibile. Non potevamo aspettarci di lottare anche per il titolo squadre all'inizio della stagione, magari pensando che la coppia ufficiale Ducati, Pecco e Bastianini avrebbe preso più punti, quindi sono piuttosto orgoglioso di aver contribuito a raggiungere anche questo incredibile traguardo con Pramac. Ma adesso, per me, è iniziata una nuova pagina”.