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John McGuinness, il mito del Tourist
Trophy, sulla MotoGP: “Jack
Miller e Ducati: rapporto tossico”

26 aprile 2021

John McGuinness, il mito del Tourist Trophy, sulla MotoGP: “Jack Miller e Ducati: rapporto tossico”
Il re delle road race ha tracciato un bilancio dopo i primi tre GP della classe regina e non ha risparmiato critiche. A Yamaha, ad esempio, con “Morbidelli che fa bene a lamentarsi”, e ad Honda, “oltre Marquez, che non è sovraumano, tre piloti mediocri”. E su Valentino Rossi: “Deve provarci davvero”

“Non passerà molto tempo e il rapporto tra Jack Miller e Ducati diventerà presto tossico, è nella storia della casa italiana. O arriveranno a breve i risultati, oppure succederà quello che è già successo con Cal Crutchlow, Valentino Rossi e lo stesso Andrea Dovizioso” – lo ha detto John McGuinness.  Il mito delle road race è lontano dalle sue corse su strada, con il Covid19 che gli ha negato per due volte consecutive il Tourist Trophy, lasciandogli tanto tempo per pensare se vorrà tornare al via dell’epica gara sul Mountain nel 2022, quando ormai avrà superato i 50 anni. Ma gli ha lasciato più tempo anche per godersi la MotoGP. McGuinness, infatti, non ha mai nascosto di essere in controtendenza rispetto alla maggior parte dei piloti che corrono su strada e di amare, quindi, anche il motomondiale  ammirando le imprese di quei colleghi che, invece, corrono in circuito. Ecco perché Motorcyclenews gli ha chiesto di tracciare un bilancio della stagione dopo i primi tre GP, con McGuinnes che ha toccato tutti i temi caldi,concentrandosi un po’ di più su Ducati. “Francesco Bagnaia ha le carte in regola per diventare campione del mondo” – ha detto, spiegando, appunto, che le gerarchie sovvertite nel box di Borgo Panigale potrebbero portare a breve ad un logoramento del rapporto con Jack Miller. L’australiano dovrà trovare prima possibile un risultato che rimetta a posto le cose.

Fretta che, invece, secondo McGuinness non deve esistere nel box Honda: “Abbiamo visto – ha spiegato – che gli altri tre piloti cadono molto e si sono dimostrati mediocri. Marc Marquez, invece, ha fatto qualcosa di straordinario a Portimao, ma non di sovraumano. Ci vorrà del tempo per tornare dove era.  Ma non c'è dubbio che la magia c'è ancora, la passione c'è ancora e il coraggio c'è ancora, ma alla fine il ritorno non è stato tutto una favola. La MotoGP è cambiata durante la sua assenza. Tornerà davanti, ma la differenza ora è che tutti sono al limite assoluto”. Il livello più alto rispetto al passato potrebbe essere anche il reale problema di Valentino Rossi, al di là dell’età e del tempo necessario ad ambientarsi in una nuova squadra, con nuovi metodi di lavoro e nuove persone. “A Portimao – ha affermato John McGuinness - Rossi mi è sembrato più forte e ha commesso un errore che è figlio proprio delle migliori sensazioni che aveva rispetto al Qatar, quindi deve provarci! Dall'altra parte del box Franco Morbidelli si lamenta delle specifiche della sua moto e non posso biasimarlo , fa bene a lamentarsi”.

Chi, invece, resta una incognita anche secondo il re delle road race, è Maverick Vinales: “Ha tutto ciò di cui ha bisogno – ha sentenziato - ma è ancora incostante. E’ vero che è partito dietro a causa della penalità, ma se vuole essere il pilota di riferimento di Yamaha deve dare più certezze. Anche perché Fabio Quartararo ha dimostrato di saperlo fare e di essere in grado di arrivargli davanti. A Portimao, comunque, non ho visto la migliore gara della mia vita, ma è stata intrigante. KTM e Aprilia sono molto più vicine rispetto ai top e il livello, adesso, è davvero alto, con nessuno dei protagonisti che, almeno per il momento, sembra in grado di marcare una netta superiorità”.

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