I tempi di Jorge Lorenzo a Portimao sono stati una brutta batosta per i tifosi del maiorchino. Lui, lo stesso Lorenzo che qualche mese fa aveva addirittura lanciato un contest - il suo casco in palio - a chi si fosse allenato più duramente durante il lockdown, ha dimostrato nel peggiore dei modi che per guidare una MotoGP occorre essere degli atleti. Un gioco di muscoli, nervi e riflessi, tutte qualità che Lorenzo ha palesemente smesso di curare dal momento del ritiro. Anzi, più precisamente ha smesso quando le trattative con Ducati per un eventuale rientro a tempo pieno nel 2021 sono finite in un binario morto.
In tutto questo però, Jorge pubblica una clip su Instagram sui test, roba fatta da un videomaker stipendiato per testimoniare il suo rientro in pista. C'è l'entrata del campione assieme agli altri collaudatori di spalle in uno slowmotion verso la conferenza stampa, poi una camminata sulla linea del traguardo in abiti firmati che, più che un sopralluogo al circuito, sembra una sfilata della fashion week. Il tutto con Travis Scott in sottofondo che canta “Highest In The Room”. Soltanto che ad essere i più alti nella stanza sono i suoi tempi, anche rispetto a chi girava con moto di serie.
Per carità, il personaggio di Jorge Lorenzo non sarebbe nulla senza una punta di cringe, ovvero qualche sparata fuori luogo come saprebbe fare soltanto Michael Scott nella geniale Serie TV The Office. Alla fine ci si affeziona anche a questo, alle sue maniere bizzarre che gli renderebbero impossibile una vita normale con un lavoro normale. Valentino Rossi, commentando i risultati di Jorge a Portimao, ha ricordato al maiorchino che “Se vuole fare il collaudatore Yamaha deve allenarsi di più con le due ruote. Se non guidi da nove mesi, è impossibile portare una MotoGP al limite”. Perché c’è solo un uomo in questo sport in grado di farlo e quell’uomo è Casey Stoner. Uno che può concedersi la pesca, la vita in famiglia con le bambine e tanto altro, ma nel momento in cui sale su di una moto è in grado di girare con tempi di riferimento dopo appena un paio di passaggi.
Lo ha dimostrato ampiamente quando faceva da collaudatore per Ducati dopo ben più di nove mesi di astinenza e, tra l'altro, con un mezzo completamente diverso rispetto a quando correva a tempo pieno. D’altronde l’immediatezza è sempre stata la peculiarità dell’australiano, velocissimo da subito e in ogni condizione. Questo non significa che Jorge non possa fare il lavoro di Stoner, anzi: probabilmente il 5 volte iridato ha una sensibilità nel capire la moto che a Casey è sempre mancata. Il che diventa un vantaggio se devi vincere una gara, difficilmente infatti avrai grossi problemi di messa a punto, ma resta un grosso limite nel momento in cui ti trovi a sistemare la moto per conto terzi. “Sinceramente non mi aspettavo di avere così tante difficoltà ad adattarmi di nuovo alle alte velocità e a queste sensazioni estremamente veloci.” ha poi dichiarato Jorge, che per rispondere alle critiche si è cimentato in un’intensa sessione di allenamento in palestra. Come a dire che lui, questo lavoro, vuole tenerselo stretto.