Ha girato più piano degli altri, non solo di quelli in sella alle motoGP, ma anche di alcuni di quelli che si sono cimentati sul nuovo tracciato di Portimao utilizzando supersportive stradali. Jorge Lorenzo ne è perfettamente consapevole e non gli serve il cronometro per riconoscerlo. Così come non fa fatica ad ammettere che il verdetto della pista lo ha un po’ deluso e che riprendere in mano i mezzi manubri di una motoGP è stato spiazzante sia a livello mentale che a livello fisico. “Non mi aspettavo di avere tanta difficoltà ad adattarmi di nuovo alle alte velocità e a queste sensazioni estremamente veloci” – Sono state queste le prime parole di Jorge Lorenzo a commento dei due giorni di test effettuati a Portimao in sella alla M1 del 2019. Un appuntamento che per lui è arrivato dopo circa nove mesi di inattività, senza salire mai in moto neanche per una sgambata. Figuriamoci su una moto da corsa con 270 cv.
"E’ stato veramente difficile – ha raccontato - soprattutto nei primi 10 o 15 giri. E’ quanto ho impiegato per capire tutti i punti chiave del tracciato, ma quando ci si abitua è molto divertente". In effetti, al primo turno di test il cinque volte campione del mondo ha fatto segnare un tempo di quasi cinque secondi superiore a quello realizzato da Aleix Espargarò con l’Aprilia, ma è anche arrivato dietro a Miguel Oliveira che, invece, girava con una moto di serie. Nel secondo turno, poi, le cose sono andate un pochino meglio e così è stato anche per i turni successivi, fino a chiudere la doppia giornata di test a due secondi dal primo (Savadori su Aprilia) e a un secondo da Dani Pedrosa in sella alla KTM. “Rispetto a mercoledì – ha raccontato ancora il maiorchino – sono notevolmente migliorati il tempo sul giro e le sensazioni in sella, ci sarebbero voluti uno o due giorni in più per essere un più veloce. Comunque quello che conta davvero è che sia andata bene: abbiamo lavorato con le cose che dovevamo testare, soprattutto il cambio e la scelta delle gomme, e penso che la squadra ora abbia molte informazioni per partire con un buon ritmo in la gara”. Unico cruccio, quindi, il non aver potuto utilizzare la moto del 2020, con Lorenzo che si è comunque detto entusiasta sia del suo lavoro di collaudatore, sia delle caratteristiche del tracciato di Portimao. “Penso che la Yamaha abbia fatto tutto il possibile per portare qui la moto 2020 – ha spiegato - ma non si poteva rischiare di restare senza pezzi di ricambio nel caso ne avessero bisogno per il weekend di gara, quindi alla fine hanno deciso di non portare qui la moto 2020. Ho dovuto accettarlo e lavorare con la moto 2019. È un po’ più lenta della nuova, ma credo che in Yamaha ora abbiano le informazioni di cui avevano bisogno per portare qui il miglior mezzo possibile nell’ultima tappa del mondiale. Questa pista è molto particolare, ci sono punti in cui è difficile tenere a terra le ruote e curve davvero impegnative. E’ passato molto tempo da quando abbiamo visitato un nuovo circuito, penso che l'ultima volta sia stata in Thailandia, è sempre bello scoprire curve con nuove caratteristiche e onestamente questo circuito è molto speciale, perché non ci sono così tanti tracciati in cui hai questi alti e bassi, sembra un ottovolante, è simile a Laguna Seca o Jarama. Circuiti vecchia scuola, ma con impianti molto moderni, ci siamo divertiti molto e il 22 novembre vedremo una gran bella gara in tv”.