Parlare con Pedro Acosta dopo il suo primo giorno su di una MotoGP, a Valencia, ci ha reso le cose piuttosto chiare: lui è venuto per dominare. Lo senti quando dice di essere stato contento della caduta, quando parla del fatto che a stupirlo di più ci ha pensato il gruppo di lavoro (“moltissima gente, ero abituato con quattro persone”) e non l’accelerazione o, come dicono in tanti, la frenata di queste MotoGP. L’anno prossimo vedremo la rinascita delle giapponesi grazie alle concessioni, gli otto piloti Ducati a litigarsi il podio, Marc Marquez a caccia del titolo e pure, per l’appunto, il debutto di Pedro Acosta sulla GasGas a fianco di Augusto Fernandez. Per vincere il mondiale da esordiente gli manca, forse, il mezzo tecnico, un problema con cui Marc Marquez nel 2013 non dovette fare i conti. Per il resto tutto il mondo delle corse è affacciato alla finestra in attesa di qualcosa di speciale. Lo sono anche i piloti stessi, a partire da Jorge Lorenzo: “È brutale, brutale”, ha detto a DAZN Spagna. “Sono senza parole per quello che ha fatto Pedro in questi tre anni. L'anno scorso non ha lottato per il Campionato del Mondo Moto2 a causa di un infortunio, ma credo che sia un predestinato. È predestinato a diventare Campione del Mondo, l’ha già fatto in Moto3 e Moto2, ma ora toccherà alla MotoGP. Credo che di piloti come Pedro Acosta nascano uno o due piloti ogni 10 anni”.
L’ultimo, per l’appunto, è stato Marc Marquez. Ora è difficile dire se l’approccio del diciannovenne sarà simile a quello di Casey Stoner e Jorge Lorenzo (che alla loro prima stagione caddero spessissimo) o più un gioco di forza alla Ayrton Senna, spietato nei sorpassi, ma ci sono buone probabilità che Acosta scriverà pagine importanti di questo sport. “Ha davvero tutto”, ha detto in chiusura Lorenzo. “Ha talento, è disciplinato, lavora, si spinge oltre, vince le gare come se fosse come mangiare o camminare... Lo vede come normale. Ha un’ambizione enorme. E poi anche fuori pista è una persona gentilissima, umile, naturale, divertente, piace a tutti... Ha tutto”.
Il diretto interessato invece continua a rispondere in pista, cosa che ha fatto anche durante i test di fine stagione quando ha guidato come uno che la MotoGP la conosce da anni. Arrivando anche al punto di giocarsi un jolly senza troppi preamboli. Lo shakedown della Malesia, previsto dal 1° al 3° febbraio, metterà ancora più in chiaro le cose.