“Nessuno mi restituirà le notti passate senza dormire e la pace persa, di cui invece avevo bisogno per potermi concentrare nei circuiti” – Lo ha scritto Jorge Lorenzo sui suoi profili social, a commento della notizia diffusa nei giorni scorsi della vittoria avuta sul fisco spagnolo (e di cui vi abbiamo parlato anche su MOW). Il maiorchino, adesso, intende togliersi il macigno dal petto che per tanti anni ha dovuto sopportare e lo ha fa a modo suo, con un comunicato stampa e post schietti, diretti, in cui non nasconde neanche una piccola parte della sofferenza provata.
Nel comunicato, Lorenzo spiega che il fisco spagnolo gli aveva notificato l’indagine prima di una gara, mentre stava per salire in moto e (ironicamente, sia inteso), il pensiero va al famoso avviso di garanzia notificato a Silvio Berlusconi prima di una partecipatissima conferenza in diretta tv. Paragoni che non stanno in piedi a parte, però, da quel giorno per Jorge Lorenzo si è aperta una lunga fase che ha in qualche modo condizionato tutta la sua carriera. Tanto che dal post pubblicato dal cinque volte campione del mondo si arriva a intendere che la decisione di chiudere con le corse è stata un po’ dettata anche dalla vicenda in sospeso con il fisco.
“Ho sofferto molto in questi cinque anni e mezzo – scrive Lorenzo - Da professionista ho sempre cercato di rimanere concentrato sulle gare isolandomi da rumori terzi. Ma devo ammettere che la pressione e l'angoscia che mi ha causato questa ingiusta e contorta persecuzione del Tesoro Spagnolo hanno finito per condizionare la mia vita personale e professionale. Sono venuti per sconfiggermi emotivamente. Ciò che altri avversari sportivi non erano riusciti a fare. Un anno e mezzo fa, a fine giugno 2021, già ritirato dalle competizioni, vedevo finalmente la luce. Il Tribunale Amministrativo Economico Centrale si è accordato con il mio avvocato per quanto riguarda gli anni 2013, 2014 e 2015. Una delibera ha annullato le transazioni che mi erano state impropriamente emesse. E naturalmente mi hanno restituito i soldi che avevo anticipato. Non ho dovuto chiedere scusa di nulla e meno che mai ho ricevuto delle scuse. Appena un mese fa, una nuova pronuncia, questa volta del Tribunale Amministrativo Economico Regionale della Catalogna, ancora una volta concordata con me nel 2016. Sono fiducioso che questo incubo sia finito. Le tasse sono necessarie e se il denaro è ben gestito dall'amministrazione (cosa che non sempre accade), contribuire è motivo di orgoglio. Ma ciò che è anche innegabile è che le tasse devono essere pagate ovunque tu viva. Il Tesoro spagnolo iniziò una caccia alle streghe e pensava di aver trovato un capro espiatorio. Si sbagliavano. Certo, nessuno mi restituirà le notti insonni o la pace di cui avevo bisogno per concentrarmi sui circuiti”.