Di tutti i motivi per cui Luca Marini ha fatto bene a proporsi alla Honda, a cui sembra sia riuscito a scucire un contratto biennale, abbiamo parlato qui. Il punto è che questa è stata l’occasione migliore per lui di entrare in un team ufficiale: Ducati ha la fila, KTM anche, a Yamaha mancano le moto e Aprilia sta puntando altri orizzonti. Secondo Jorge Lorenzo invece, quello di Marini è stato niente meno che un errore: “Sportivamente penso sia stato uno sbaglio”, ha raccontato in un’intervista ai colleghi di AS. “Il fatto che la Honda fosse in una situazione disperata ha dato a Luca Marini un’occasione finanziaria e contrattuale, altrimenti avrebbe continuato con la VR46”.
Di certo l’idea di prendere uno stipendio (almeno) cinque volte superiore a quello che percpepiva fino all’anno scorso deve avere aiutato, ma firmare un contratto con la squadra più vincente della storia dev’essere stato altrettanto appagante per Marini. Anche perché, considerando l’impegno dei giapponesi e il nuovo regolamento sulle concessioni, ci sono buone probabilità che Luca riesca a sviluppare una buona moto per lottare per il podio già verso la fine del 2024. Inutile dire che Lorenzo la vede diversamente: “La miglior moto è sempre una priorità se vuoi dimostrare il tuo potenziale e vincere un mondiale. Se lo vinci, il tuo valore come pilota non farà altro che salire. Cambiare per soldi o cercare una sfida su di una moto peggiore rispetto a quella che hai già… è difficile”. Se non altro Jorge parla per esperienza diretta: lui, nel 2018, firmò con HRC appena prima di aver vinto la sua prima gara con la Ducati, al Mugello, per poi ritrovarsi Marc Marquez nel box e una moto complicatissima da far funzionare l’anno seguente, cosa che lo ha spinto al ritiro a fine stagione. “Non riesco a pensare che la Honda sarà la miglior moto in griglia tra due o tre anni. Poi per Marini, che è alto quasi un metro e novanta, dovranno fare aggiustamenti importanti. Anche io, che sono 1,72, ho dovuto chiedere diverse modifiche”.
Va detto anche che a Valencia, durante i test, Luca Marini si è dimostrato assolutamente a suo agio sulla moto: è arrivato per primo, per primo è sceso in pista e ha lavorato moltissimo. La moto è sembrata più simile alle altre, quindi più lunga e bassa, mentre il cronometro l’ha portato in 10° posizione mentre Joan Mir ha chiuso in 13° piazza. Il feeling, insomma, sembra esserci, così come il lavoro degli ingegneri che hanno invaso il box sia a Valencia che nei test di Jerez svolti la settimana prima. Ora resta da aspettare i primi veri test del 2024, in Malesia, per capire quali passi in avanti siano stati fatti da Honda.