Jorge Lorenzo, dopo l’addio alle corse, è diventato l’appuntamento fisso per chiunque segue i commenti post gara. E anche dopo questo weekend è tornato a parlare per Dazn Spagna. Partendo però da qualche ipotesi, che stavolta coinvolgono lui. Si tratta delle wild car, gare una tantum all’interno del campionato e che potrebbero permetterci di rivederlo in pista: “Le Mans perché no, è super storico, ci hanno corso attori famosi e grandi piloti, è il più antico ed è ancora super importante. È alla mia portata, forse non nella massima categoria ma certamente nelle inferiori. Mi hanno detto che sarei perfetto nelle gare endurance. Io faccio lo stesso in macchina come sulla moto, so mantenere il ritmo piuttosto bene; quindi potrei provarci”. Ma sogni a parte, il tema scottante sono questi due giorni di gara.
Lorenzo, 5 volte campione del mondo, ha le idee molto chiare: la Ducati, ancora una volta, regna: “Sono superiori e hanno 8 piloti. Se non è Bagnaia è Bastianini, altrimenti ci sono Martín, Bezzecchi”. La rossa sembrerebbe non avere rivali. Nonostante sia convinto che in MotoGP il ruolo del pilota non sia mai da sottovalutare, è chiaro che il progresso tecnologico è innegabile e sempre più pervasivo, come sostenuto anche da Marc Marquez. Per questo la Ducati non si batte. Lorenzo è molto chiaro: "Qui il pilota conta di più che in F1 ma con tanta elettronica se la moto non è veloce non puoi fare nulla”. E a rimetterci sarebbe proprio Marquez: “Ha comunque 2 o 3 decimi in più rispetto agli altri nella maggior parte dei circuiti, ma se la tua moto è un secondo inferiore non vincerai mai”. Ma il commento sulla Ducati lascia spazio a un po’ di nostalgia: “Forse sarei ancora attivo se avessi proseguito in Ducati, la moto allora andava forte ma non girava bene in curva, però siamo riusciti a metterla a punto e nel 2018 ha cominciato a vincere. Con l'attuale moto, immaginate cosa avrei potuto fare... poi con Dall'Igna c'era molta sintonia. Avrei potuto duellare con Marc Marquez”. Ora vi lasciamo immaginare.