“Come Rocky e Apollo Creed”, ha detto Jorge Lorenzo della partnership appena iniziata con Maverick Vinales. Bisognerà vedere, aggiungiamo noi, se invece di diventare un omaggio a Rocky III - quando i due si allenano assieme - finirà per essere una citazione al primo film, che invece li vede massacrarsi di botte per 15 riprese sul ring prima che Stallone renda immortale la scena urlando “Adriana!” coperto di sangue.
Questo perché entrambi hanno un carattere difficile, Jorge è portato a dire sempre quello che pensa e Maverick sarà anche un campione del mondo (in Moto3, nel 2013) ma non è altrettanto bravo nell’accettare critiche. Quando Lorenzo ci ha dato questa notizia a Valencia, con qualche giorno d’anticipo rispetto all’annuncio ufficiale, amici e colleghi del paddock si sono lanciati in un gran numero di previsioni. Per qualcuno non mangeranno il panettone assieme, che è un modo per dire che finirà presto. Per qualcun altro invece, bisognerà vedere che risultati otterrà questa coppia così particolare nelle prime gare dell’anno, perché a quel punto si vedrà quanto ha funzionato la preparazione e come riusciranno a reggere lo stress del weekend di gara.
Di certo a vederli sui social viene voglia di essere lì, con loro per mezza giornata e totalmente invisibili, per capire come facciano a lavorare assieme, il tutto pensando che forse Jorge si sta lentamente trasformando in suo padre Chico, che per il figlio è stato poco meno che un criminale: Lorenzo senior ha messo Jorge in moto da piccolissimo, lo ha allevato come fosse all’accademia militare, gli ha tolto tutto quello che poteva distrarlo dall’idea di diventare un campione e così è stato. Jorge dice di aver sofferto molto la presenza del padre, eppure quando parla dell’allenamento di Maverick spiega che i piloti di oggi hanno troppe distrazioni (il cane, la fidanzata, le serate) e non si concentrano abbastanza sul risultato.
Lui ha imparato così e sa che così si può arrivare. Così la vera storia tra Maverick Vinales e Jorge Lorenzo rischia essere quella di quest’ultimo che scopre le motivazioni del padre e le sue idee, finendo per perdonarlo prima e per ripetere le sue scelte poi. Ecco che magari vedremo presto una Jorge Lorenzo Academy, perché no. D’altronde il metodo non l’hanno certo inventato loro a Maiorca: lo fa Kenan Sofuoglu con suo figlio Zayn e l’ha fatto Jos Verstappen con Max e la cosa inquietante è che funziona: il bimbo turco è un prodigio in grado di portare qualsiasi mezzo a motore ad appena sei anni, Max ha vinto 4 mondiali in Formula 1 e si è appena confermato essere uno dei più grandi piloti della storia. Senza Jos non avremmo Max, senza Chico non avremmo avuto Jorge. Resta da capire se adesso avremo un Maverick campione del mondo in MotoGP, anche se la sensazione è che questa alleanza potrà portare a una serie di piccoli fuoriclasse addestrati da Jorge Lorenzo.