L’hanno pensato tutti e l’abbiamo detto anche noi: KTM ha mandato in pista la RC16 del 2027 con il motore da 850cc prima di tutti gli altri solo per dimostrare di essere viva, vegeta e con un futuro in testa. Un giocare d’anticipo più per cercare nuovi investitori, visto che Bajaj ha già fatto sapere che chiuderà i rubinetti per la MotoGP, che per reali esigenze tecniche degli ingegneri. E invece, almeno a sentire Pit Beirer, siamo stati tutti troppo maliziosi. Perché il prototipo portato in pista da Pol Espargarò e Dani Pedrosa a Jerez è tutt’altro che un accrocco assemblato su per fare da richiamo a chi potrebbe staccare assegni in futuro e per far ingolosire un Pedro Acosta sempre più intenzionato a non rinnovare il suo contratto con la casa austriaca, ma una moto già capace di andare veramente forte.
“Pol e Dani – ha detto Beirer a Speedweek – sono rimasti molto sorpresi e si sono molto divertiti, ma non chiedetemi i tempi”. Solo che in un circuito, anche in una normalissima giornata di test, non ci sono solo gli addetti ai lavori delle squadre e qualche indiscrezione è circolata. I numeri esatti non li dice nessuno, ma in Spagna si parla di crono sicuramente più alti di quelli delle attuali MotoGP, ma non così tanto come si sarebbe potuto credere fino a qualche mese fa. E è, sostanzialmente, anche quello che ha lasciato intendere Beirer.
“E’ importante non sottovalutare il fatto che entrambi i piloti si sono divertiti tantissimo con la 850 – ha aggiunto - Ci sono forti segnali che il nuovo prototipo ideato da tutti i soggetti coinvolti nel progetto KTM possa funzionare molto bene in pista”. Quel “tutti i soggetti coinvolti” significa, con tutta probabilità, che alla nuova RC16 che debutterà nel 2027 hanno lavorato anche alcuni degli uomini che sviluppano l’auto di RedBull in Formula1. “Guidare senza il dispositivo di assetto (l’abbassatore, ndr) ha funzionato perfettamente – ha aggiunto Beirer - tutti sono rimasti sorpresi dalla rapidità con cui i ragazzi hanno ottenuto tempi sul giro molto rispettabili per una moto spinta da un 850cc. Quindi sì, il test è andato eccezionalmente bene per noi, poiché abbiamo sfruttato contestualmente anche la possibilità di ottimizzare la moto del 2026 da un lato e di lavorare contemporaneamente al progetto 850 con un'unità completamente indipendente. È stata la conferma del nostro notevole impegno e possiamo essere contenti di avere questa configurazione e due collaudatori come Pol e Dani".
Quello di Beirer è un ottimismo che sorprende, anche perché l’ex crossista e oggi responsabile di tutto il racing di KTM, pur avendo sempre difeso l’azienda e parlato di futuro, è rimasto molto realista anche durante i giorni più terribili della crisi in cui era piombato il marchio austriaco. E’ chiaro che nelle sue parole c’è pure un minimo di strategia, visto che lui stesso non ha mai nascosto di cercare investitori e che s’è anche detto più volte convinto che KTM potrà pensare di contare ancora su Pedro Acosta dopo il 2026 solo se sarà in grado di mandare in pista una moto veloce, affidabile e vincente. Ma forse la strada fatta davvero dal reparto corse è molta di più di quella che, con scetticismo, s’era ipotizzato si potesse fare davvero.