Può una moto essere un biglietto da visita? Sì, in casa KTM non solo può, ma deve, dopo le tante voci sul futuro incerto, sui progetti bloccati e sull’assenza di basi solide per poter avviare una programmazione del racing, soprattutto in MotoGP, oltre il 2026. Ecco perché gli austriaci hanno deciso di giocare d’anticipo e uscire da subito allo scoperto con la RC16 della nuova era delle corse: 850cc, aerodinamica ridotta e dispositivi futuristici limitati. Sì, c’è anche il mercato piloti che ribolle in vista del 2027 e KTM ha scelto la strada meno comoda e più vistosa: mettere immediatamente in pista la prima 850cc, dimostrando che non solo c’era il progetto, ma pure la moto, e provando così a parlare in faccia a nuovi investitori, ma ance ai piloti. Pedro Acosta su tutti. Un gesto plateale, quasi disperato, che porta la firma di Mattighofen e richiama un modo di agire già visto nelle fasi più tese della gestione sportiva, quando servono segnali più che promesse.
E’ innegabile che Acosta è diventato la variabile che può cambiare il volto del progetto KTM. I dieci podi raccolti nella seconda metà della scorsa stagione, insieme alla rinascita tecnica vista con il ritorno a Brno, hanno trasformato il ventunenne in un obiettivo prioritario per ogni costruttore. KTM lo sa bene: se Acosta se ne va, sarà ancora più difficile attrarre nuovi investitori. e Pit Beirer non si nasconde. "Il 2027 è una cosa, ma per Pedro il 2026 è cruciale – ha detto l’ex crossista e oggi direttore del motorsport in una recente intervista a Speedweek - È esigente e sta dando il massimo. Non possiamo limitarci a correre la prossima stagione e sperare nel 2027. Dobbiamo offrire una prestazione brutale l'anno prossimo: il 2026 determinerà anche il nostro futuro in questo paddock".
Da qui nasce la scelta di mostrare Pol Espargarò e Dani Pedrosa già in sella a Jerez, con tanto di video pubblicati sui social. Una decisione costosa ma strategica, come precisa lo stesso Beirer: "Dobbiamo lavorare in parallelo, supportando costantemente Pedro nei miglioramenti e portando avanti il progetto fino al 2027. È anche per questo che abbiamo deciso di continuare a fare affidamento sul nostro team di collaudo composto da due piloti di altissimo livello come Pol e Dani. Si completano a vicenda molto bene nel loro lavoro. Anche se sarebbe più facile ed economico lavorare con un solo collaudatore, come fanno altri produttori, per noi questo è il piano giusto per far progredire ulteriormente entrambi i progetti".
Il test di ieri a Jerez, con la RC16 dotata del nuovo 850 cc, è il primo risultato di una nuova strategia: KTM è la prima in Europa a far girare una MotoGP 2027 e l’operazione serve anche a ribadire che lo sviluppo è stato impostato con largo anticipo. Beirer infatti lega l’attuale prontezza alla scelta fatta dodici mesi fa: "La decisione presa lo scorso anno di congelare lo sviluppo dei motori attuali è stata fondamentale. Questo ci ha permesso di concentrarci completamente sui nuovi motori fin dall'inizio". L’altra parte del piano, inutile negarlo, riguarda la continuità dei piloti. "Vogliamo mantenere tutti e quattro i piloti per il 2027 – aggiunge Beirer - Penso anche che Pedro (che ieri s’è allenato con una Honda CBR600, ndr) sia abbastanza intelligente da analizzare attentamente il nostro progetto per il 2027. Il fatto è che a Pedro non interessa quanti soldi possiamo pagargli nel 2027: vuole sapere se avrà una moto che vincerà le gare. Pedro e il suo capo meccanico Paul Trevathan farebbero assolutamente qualsiasi cosa per una vittoria".