C’è un tempo per tutto, dicono, e, evidentemente, c’è un tempo pure per prendersi tutto il tempo che servirà. E’ la lezione che Noah Dettwiler, a soli 19 anni, ha rifilato un po’ a tutti con la lettere a pubblicata ieri in cui annuncia ce le corse sono la sua vita, ma che la vita stessa viene prima di tutto. Così, a poco più di un mese e mezzo dal terribile incidente di Sepang, il ragazzino svizzero ha scelto di raccontare pubblicamente il proprio stato di salute e il futuro sportivo, segnato da un recupero ancora lungo. “La mia riabilitazione sta procedendo bene e sto facendo progressi significativi – scrive - L'obiettivo è, ovviamente, una completa guarigione e sono determinato a raggiungerlo con tutte le mie forze. Il mio desiderio è di tornare in forma il prima possibile e, naturalmente, tornare a correre. Il primo passo importante è stato riconquistare la mia indipendenza fisica, che era un obiettivo chiave dopo quanto accaduto in Malesia”.
Un passo alla volta, insomma, e non come metafora. Ma proprio come chi ha rischiato di non poter fare più nulla, non solo camminare dopo essere rimasto coinvolto in un drammatico impatto con José Antonio Rueda durante il giro di formazione della Moto3. Aveva riportato ferite gravissime: milza perforata, importanti contusioni polmonari, una frattura esposta alla gamba e diversi arresti cardiaci. Salvato dall’intervento immediato dell’équipe medica guidata dal dottor Angel Charte, Dettwiler ha trascorso settimane tra terapie intensive, interventi chirurgici e riabilitazione prima del trasferimento in Svizzera.
Parallelamente alla lenta ripresa, è maturata la decisione più difficile: rinunciare all’accordo, già definito, che lo avrebbe portato a correre nel Mondiale Moto3 2026 con la SIC58 Squadra Corse. “Prima dell'incidente – scrive ancora - ero molto emozionato per l'opportunità di competere nel Campionato del Mondo Moto3 la prossima stagione con ilTteam SIC58 di Paolo Simoncelli. Era un sogno che stava per realizzarsi grazie all'impegno dei miei genitori, di Paolo Simoncelli e della Sorpasso AG. Ma poi quello che è accaduto il 26 ottobre ha cambiato i miei piani per l'immediato futuro. Paolo Simoncelli ha sostenuto la mia famiglia in questo momento difficile e ha accettato di aspettare la mia guarigione. Sono molto grato per la stima e la fiducia che Paolo mi ha così generosamente dimostrato. Purtroppo, però, non è ancora chiaro quando potrò riprendermi completamente. Pertanto, non sarebbe giusto intraprendere un viaggio così importante senza sufficienti certezze. Auguro a Paolo Simoncelli e alla SIC58 ogni successo e il meglio per il futuro”.
Una scelta, quella del pilotino svizzero e della sua famiglia, dettata dal senso di responsabilità e dalla consapevolezza che non esistono ancora tempistiche certe per il ritorno in pista. “Una cosa è certa – conclude - il motociclismo è la mia passione, la mia vita e il mio lavoro ed è per questo che darò tutto me stesso per tornare al 100% il prima possibile. Saluto proprio con una citazione di Paolo Simoncelli che, per me, incarna l'essenza dello sport che amo: ‘Il motociclismo non si può spiegare. Lo ami, lo soffri, lo vivi. E anche quando fa male, non possiamo farne a meno’”.