Un pugno al cupolino, fino a spaccarlo, e poi un sorriso di quelli che si ostentano buttando il petto in fuori. Jorge Martin a Buriram ha vinto di prepotenza e nelle dichiarazioni al parco chiuso ha messo subito le mani avanti: “adesso la fame è ancora di più”. Proprio come nella Sprint di ieri la sua partenza non è stata delle migliori, ma già alla prima curva è comunque riuscito a mettersi davanti, guadagnando quella posizione di privilegio che in questa MotoGP moderna consente di dettare il passo senza dover tener conto di scie, pressione della gomma anteriore e vampate di calore prodotte da quelli davanti. “Sono contento perché oggi ho saputo anche gestire” – ha spiegato.
Gestire. Come il verbo a cui non può rinunciare chi vuole diventare campione del mondo. Ma anche come il verbo da coniugare anche secondo la fame: “Prima della partenza – ha spiegato Martin a Sky – mi sono detto che avrebbe vinto chi l’avrebbe voluto di più. E ho vinto io”. Un po’ di orgoglio, un po’ di spavalderia e, tra le righe, anche un po’ di voglia di far capire a Ducati che, adesso che mancano tre gare, trovarsi a fare i conti con eventuali ordini di scuderia sarebbe inaccettabile. E’ un rischio che al momento Jorge Martin non corre, visto che da Borgo Panigale sono stati sempre molto chiari, con lo spagnolo che ora sente di poter contare anche su quella forza in più di chi non ha nulla da perdere.
“Tutti e tre – ha aggiunto lo spagnolo - avevamo le stesse possibilità di vincere, sicuramente partendo primo ho gestito molto bene la gomma per l’ultimo giro, però comunque Brad era un po’ più forte di noi. Non mi aspettavo di farcela, per la verità, però oggi la volevo troppo e ce l’abbiamo fatta”. Un commento che, guardando alle prossime tre gare, suona quasi di minaccia: ho più fame di tutti e a vincere è sempre chi ha più fame. Ad aiutare Martin, a Buriram, c’è stata anche l’intuizione di dover frenare in maniera diversa del solito, come ha raccontato lo stesso pilota di Pramac.
“Ho trovato punti di staccata che mi aiutano a far andare lunghi gli avversari quando vogliono frenare più tardi di me e penso che questa sia un’arma molto importante per il futuro. Ho trovato una nuova fiducia con la moto: abbiamo fatto una modifica da ieri a oggi che è stata determinante”. Così come è stato determinante il primo duello con Binder: “Oggi Brad mi stava andando via, si è mosso un po’ uscendo alla 1 e ho detto ‘adesso lo prendo alla 3’. Ho preso la scia e frenato molto forte per sorpassarlo e penso che lì mi ha dato un po’ di carica per spingere perché ero quello che ne aveva meno di tutti e tre e lì sono riuscito a girare la frittata e a vincere. Poi, dopo la bandiera a scacchi, ho dato un pugno al cupolino, ma ci vuole: ogni vittoria un cupolino”.