“Penso che oggi un team satellite possa vincere il mondiale, ma è chiaro che una squadra ufficiale ha la precedenza quando si tratta di prendere decisioni da prendere sulla moto. Per questo io, come ogni pilota, vorrei la squadra factory” – Jorge Martin lo ha ribadito in questi giorni da Ibiza, dove si trova in vacanza e dove l’hanno raggiunto quelli di DAZN Spagna per una intervista. Il pilota di Pramac non ha usato troppa diplomazia nel ribadire di volere la Desmosedici tutta rossa, per dividere il box con Pecco Bagnaia, pur buttando “la colpa” addosso al suo manager. “Cerco di seguire le sue indicazioni e i suoi consigli” – ha spiegato. Come dire che se il suo manager spinge per fargli avere la moto del team factory, evidentemente è perché quella è la scelta giusta per lui. “Comunque sia chiaro – ha poi concluso Martin nella parte dell’intervista dedicata la mercato – se in Pramac mi garantissero lo stesso identico trattamento degli ufficiali, probabilmente mi accontenterei”.
Anche perché di prospettive diverse ce ne sono ormai poche e la Honda, che per Martin ha quasi rappresentato una prima scelta a inizio stagione, non è la moto che aveva creduto: “Pol e Marc sono stati incredibili nei test invernali – ha detto - sempre avanti e in lotta per le prime posizioni. In Qatar hanno dato quel lampo, ma poi hanno sofferto molto. Tanto che all’inizio della stagione ho parlato con Albert (il manager) e gli ho detto ‘questa moto sta andando molto bene, forse dobbiamo pensarci per il futuro'. Ma poi hanno sofferto un po' di più. E con i problemi fisici di Marc la situazione per Honda è peggiorata". La porta HRC, però, per il giovane pilota di Pramac resta aperta, anche se la concorrenza di Joan Mir è agguerrita, e oggettivamente più titolata. L’impressione è che se Martin dovesse restare giù dalla Desmosedici ufficiale, allora un altro pensierino verso il Team Repsol di Honda si potrebbe anche fare.
Adesso, però, c’è da pensare a Ducati, con Martin che è tutt’altro che tranquillo. Sia per il mercato, appunto, sia perché dalle sue parole traspare un bel po’ di insofferenza: “In questo momento – ha spiegato - ci sono tre Ducati diverse in pista, e anche questo si nota, perché quando si tratta di lavorare, nel mio caso, sono un po' solo con Zarco. Abbiamo sperimentato una brutale mancanza di grip, soprattutto nella prima parte dell'accelerazione, quindi stiamo cercando di lavorare ed evolverci. Siamo un po' soli in questo senso, è più complicato quando si lavora con altri piloti. quest'anno non abbiamo avuto una preseason perfetta in termini di motore". Qualche problema c’è, quindi, con Martin che si ritrova anche a fare i conti con un senso di condizionamento che è diventato evidente a Assen, quando ha dovuto accontentarsi di un settimo posto: “Sento di non poter sbagliare più, perché i miei superiori si arrabbierebbero molto – ha spiegato ancora - è anche quello che mi hanno chiesto: finire le gare ed essere regolare, forse avrei potuto giocare tutto ed essere terzo, ma se fossi caduto avrebbero potuto valutarlo molto negativamente e sarebbero stati molto arrabbiati con me”.