Un talento grezzo era quello di Jules Bianchi. Un ragazzo semplice, spontaneo, ma che appena indossato il casco diventava uno dei piloti più completi della sua generazione. Lo aveva già deciso il destino che il francese sarebbe diventato un pilota Ferrari, con la squadra di Maranello che aveva messo gli occhi su di lui quando correva in GP2, scegliendolo per proporgli un percorso simile a quello che aveva appena concluso Felipe Massa, cresciuto dal Cavallino prima di scendere effettivamente in pista con la tuta rossa. La storia di Jules con la Ferrari comincia proprio così, con la volontà di voler crescere un pilota tramite attività ad hoc e personalizzate per prepararlo alla Formula 1, l’obiettivo comune di tanti ma raggiungibile da pochi. Se in quel maledetto Gran Premio del Giappone del 2014 Jules Bianchi non avesse perso la vita, sarebbe stato il primo pilota a portare a compimento il percorso che ad oggi seguono decine di atleti parte della Ferrari Driver Academy.
Un’accademia che ancora oggi racconta gli aneddoti di Jules Bianchi, insegna i suoi errori e elogia i suoi punti di forza, con il progetto che è riuscito a trovare la forza di continuare anche in suo onore, trovando nel francese un angelo custode che ha costruito centimetro per centimetro la strada di tutti quei prescelti che negli anni hanno avuto l’onore di indossare la divisa del Cavallino Rampante. La Ferrari Driver Academy su Bianchi aveva fatto diversi investimenti e aveva creduto davvero tanto nelle potenzialità del giovane, che era ormai confermato al volante della Ferrari SF15-T, quella che sarebbe scesa in pista nel 2015 ma che Jules non riuscì mai a guidare. Purtroppo, lui non è riuscito a compiere il suo sogno di diventare un pilota ufficiale della Ferrari in Formula 1, ma tanti altri giovani piloti che lui stesso ha seguito negli ultimi anni della sua vita possono raccontare di una storia che lo vede ancora protagonista: da Charles Leclerc a Raffaele Marciello, passando per il piccolo Ollie Bearman, insieme a tutti i piloti che sono una soddisfazione per la FDA si portano sempre con sé un pezzo di Jules.
I suoi primissimi compagni di accademia nel 2009 furono Mirko Bortolotti, ad oggi impegnato come pilota ufficiale Lamborghini nei principali campionati a ruote coperte, Sergio Perez, passato poi ad altre squadre in Formula 1 per trovare la sua stabilità in Red Bull, e Raffaele Marciello, campione endurance con più case costruttrici. Già raccontando dei primi tre protagonisti di uno dei primi programmi portati in atto dalla Ferrari Driver Academy, ad oggi gestita da Jock Clear, una volta ingegnere di pista anche di Lewis Hamilton e Michael Schumacher, si capisce quanto il lavoro svolto a Maranello abbia avuto i suoi frutti. Non tutti sono riusciti ad approdare in Formula 1, tantomeno sono rimasti con la rossa a correre, ma sono sicuramente alcuni dei piloti più rinomati al giorno d’oggi. Antonio Fuoco è subentrato nel 2013 e, insieme a Guanyu Zhou, è stato uno di quelli più seguiti proprio da Bianchi: ancora oggi il pilota calabrese lo ricorda, con le sue iniziali sul casco e riportando sempre più foto insieme a lui, proprio come Charles Leclerc.
Il monegasco è arrivato nella filiera della Ferrari nel 2016, un anno dopo la scomparsa di Bianchi, con cui però il pilota attuale del Cavallino è cresciuto. Le prime volte sul kart di Leclerc sono state proprio insieme al francese, vista la forte amicizia tra i genitori dei due, ed è stato proprio grazie alla volontà di Bianchi che il vincitore del Gran Premio di Monza del 2024 è approdato in FDA. Seguendo le sue orme passo dopo passo, Charles è il pilota che è riuscito a continuare il lavoro di Jules Bianchi, rendendogli onore una volta debuttato in Formula 1 con la rossa proprio come sarebbe successo al francese. L’unico altro pilota che è riuscito ad arrivare nel mondiale poi è stato Lance Stroll, in FDA nello stesso periodo del monegasco, che però ha preso le distanze dal mondo Ferrari.
Dopo di loro, sono stati tantissimi i giovani ad essere messi sotto contratto dalla FDA, come Giuliano Alesi e Gianluca Petecof, impegnati adesso in serie nazionali nei rispettivi paesi di provenienza, Marcus Armstrong e Callum Ilott, protagonisti in Indycar, o Arthur Leclerc e Robert Shwartzman, ancora impegnati col Cavallino ma in programmi che li vedono principalmente coinvolti nel mondo endurance tra WEC e Campionato Italiano Gran Turismo. Una filiera di successo, che ha implementato una serie di programmi per incentivare anche l’inclusione e l’arrivo di piloti con meno budget, tramite scouting camps e selezioni fin dal mondo del karting. Ad oggi sono sei i piloti della Ferrari Driver Academy: Dino Beganovic, che ha appena concluso la sua seconda stagione in Formula 3, Tuukka Taponen e Rafael Camara, impegnati nella FRECA, di cui il brasiliano è già campione, Maya Weug e Aurelia Nobels, le due ragazze della F1 Academy, e Ollie Bearman, futuro pilota di Formula 1 con la Haas.
Ollie Bearman è infatti colui che, dopo le grandi imprese di Charles Leclerc, è sulla bocca di tutti per il suo debutto ormai imminente in Formula 1 con la Haas. Il britannico è arrivato in FDA nel 2022, dopo essersi laureato campione di Formula 4 sia italiana che tedesca, e pian piano è riuscito ad affermarsi come il più pronto per la Formula 1 della sua annata, correndo al posto di Carlos Sainz infortunato a Jeddah con la monoposto del Cavallino e dimostrando il frutto dei due anni passati a lavorare a Maranello. Come lui al debutto in Haas era arrivato anche Mick Schumacher, che però in due anni di Formula 1 non è riuscito a trovare il suo ritmo ed è passato al mondo endurance con Alpine, con cui proprio qualche settimana fa ha conquistato il suo primo podio al volante di un prototipo.
Gli incentivi arrivati negli ultimi anni per prendere parte al programma di Jock Clear sono stati appoggiati anche dalla FIA, con cui la FDA ha avviato due programmi per permettere l’accesso dal karting alla accademia: le Scouting World Finals, che si tengono ogni anno e che vedono una serie di piloti essere selezionati sul kart per poi venire messi alla prova a Fiorano in varie discipline su monoposto e non, e il programma tutto al femminile Girls On Track, che fino all’anno scorso vedeva la vincitrice prendere parte alla Ferrari Driver Academy, come successo con Maya Weug e Aurelia Nobels. Insomma, dai primi passi di Jules Bianchi è nato uno dei programmi più incredibili del mondo del motorsport per i giovani talenti, che nel francese trovano ancora una guida e un’ispirazione. Un angelo custode vero e proprio, che anche se non c’è più in realtà esiste ancora nel mondo del motorsport come il miglior esempio da seguire per conquistare i propri sogni, e i ragazzi della Ferrari Driver Academy lo sanno bene.