“Sono vecchi” dicono tutti. Magari dal divano, mentre li guardano correre con una birra in mano e il fiatone dovuto alle due rampe di scale appena fatte. Perché Valentino Rossi ha 41 anni, di mondiali ne ha vinti nove ma quel decimo non è mai arrivato. Perché Kimi Raikkonen ha la stessa età - anche lui classe 1979 come Vale - e campione lo è stato solo una volta.
Uno è l’ultimo Re di Maranello, l’ultimo pilota a portare il titolo in Ferrari, l’altro è la divinità del motociclismo in Italia. E la notizia è che tutti e due, i pilastri delle classi regine del motorsport, continueranno a correre. Valentino lo ha annunciato da poco, anche se la notizia del suo contratto con Petronas era nell’aria da parecchio, mentre Kimi Raikkonen ci ha fatto penare fino alla fine.
Lo ha confermato oggi, rinnovando il contratto insieme al ben più in bilico Antonio Giovinazzi. Niente lodi, niente cerimonie, solo l'annuncio in perfetto stile Raikkonen. Ma Kimi è così, personaggio senza cercare di esserlo. Così diverso da Valentino, esuberante e protagonista assoluto, ma qualcosa lega i due campioni, qualcosa che va oltre l'età, il talento e la passione per lo sport.
Ce ne rendiamo conto adesso, oggi che possiamo tirare un sospiro di sollievo perché sappiamo, con assoluta certezza, che li rivedremo in pista nel 2021. Perché oltre le vittorie che non arrivano più, oltre la velocità che non è quella di un tempo, oltre le emozioni dolce amare delle loro gare, noi continuiamo ad avere bisogno di Kimi Raikkonen e Valentino Rossi.
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Per sentirci meno vecchi, mentre li guardiamo; per divertirci di più, con le loro personalità insostituibili nel paddock; ma anche e soprattutto per imparare qualcosa dalla lezione che ci continuano a dare.
La dedizione per il proprio lavoro, qualunque esso sia, l’amore per lo sport, la passione che va oltre l’età. Perché il ritiro per loro sarebbe la strada più semplice, più ovvia, sarebbe la degna conclusione di una vita fatta di orari scanditi, esercizi decisi, contratti firmati. Per qualcuno, come Stoner e Rosberg, il ritiro è stata una liberazione. Ma Raikkonen e Rossi ci insegnano che la vera liberazione è continuare a correre. Continuare, provarci sempre, in qualunque condizione e a qualsiasi età.
Così, mentre dal divano li guarderemo invecchiare in pista, loro saranno sempre i più giovani di tutti.
Perché solo chi va avanti sa cosa significhi lottare.