KTM c’ha provato in ogni modo. Prima bussando alla porta di Dorna e Irta per chiedere di poter occupare i due posti lasciati liberi, anche rinunciando ai milioni di Euro che spetterebbero alle squadre private. Poi, come ha ammesso Pit Beirer a Silverstone, andando a bussare alle porte della Gresini Racing e della Lucio Cecchinello Racing, trovandole però entrambe chiuse.
“Avevamo iniziato a parlare qualche tempo fa con il Team Gresini – ha spiegato il manager austriaco – c’è stato qualche contatto, niente di troppo approfondito o strutturato, ma poche settimane dopo la Gresini Racing ha rinnovato il suo accordo con Ducati per la fornitura delle moto. Successivamente abbiamo provato a aprire un canale con Lucio Cecchinello, che però ci ha detto di avere ancora un anno di contratto con Honda e noi non intendiamo essere la ragione della rottura di un qualche accordo preesistente”. Se degli ammiccamenti con la Gresini Racing si sapeva ben poco, per quanto riguarda la LCR le affermazioni di Beirer sono perfettamente in linea con quanto raccontato anche da Cecchinello: “Ho ricevuto una telefonata da Francesco Guidotti, ma gli ho detto che il nostro accordo con Honda prevede anche la stagione 2024. In ogni caso, anche al di là del contratto, farei veramente tanta fatica a pensare di sciogliere un sodalizio che tra noi e Honda dura da due decenni”.
Porte chiusissime, quindi, con KTM che ha dovuto in qualche moto anche smettere di corteggiare Marc Marquez, non avendo una moto su cui farlo correre dopo che Stefan Pierer, boss assoluto del marchio austriaco, si era detto certo che si sarebbe arrivati a una soluzione. Una soluzione che, secondo i più maliziosi, poteva essere rappresentata dal Team RNF, con Razlan Razali che sarebbe a corto di fondi e Aprilia che potrebbe non essere disposta a intervenire per abbonare le spese. Il quasi podio di Miguel Oliveira a Silverstone e la più che discreta prestazione di Raul Fernandez, però, hanno totalmente rigalvanizzato l’ambiente e mandato in soffitta prima ancora di essere prese in considerazione tutte le ipotesi di una anticipata separazione da Aprilia.
Nel frattempo, però, proprio sulla base di quella ostentata sicurezza, in KTM sono andati avanti, promettendo una sella in MotoGP a Pedro Acosta e confermando anche per il 2024 Augusto Fernandez. “La nostra idea – ha ribadito Beirer – era quella di sbarcare in MotoGP con la struttura di Aki Ajo e magari uno dei marchi legati al nostro gruppo, ma non è stato possibile”. E’ chiaro che in quel caso i piloti sarebbero stati, appunto, Aki Ajo e Marc Marquez, disposto anche a rinunciare a una sostanziosissima fetta del suo esorbitante ingaggio attuale. Da uno scenario che sembrava ideale, però, adesso le prospettive sono decisamente differenti, con KTM che ha un pilota di troppo rispetto alle promesse fatte. “Dobbiamo trovare una strada – ha ammesso Beirer quasi in segno di resa rispetto alla possibilità di un terzo team – vedremo cosa fare in questi giorni e forse in Austria avremo le idee più chiare”. L’impressione, però, è che le idee non saranno più chiare fino alla fine di settembre. Perché tutto, adesso, è nelle mani di Pol Espargarò. Il pilota spagnolo in conferenza stampa a Silverstone è stato chiaro: “Se dovessi accorgermi di non essere più veloce e competitivo dopo il brutto incidente e gli infortuni con cui ho dovuto fare i conti, non avrò problemi a farmi da parte perché, al di là dei due anni in Honda, KTM è la mia casa e è il marchio a cui mi sentirò legato per sempre”. Un “per sempre” che potrebbe suonare di garanzia anche per il futuro, con Espargarò che, facendosi da parte, salverebbe l’intera KTM da una situazione decisamente antipatica, ritagliandosi di fatto un ruolo – e uno stipendio – che nessuno gli toglierà più in una veste diversa da quella del pilota. E' chiaro, però, che a Pol Espargarò non basterà un GP o due per capire se e quanto può essere ancora competitivo.