Il sabato del GP d’Austria, al Red Bull Ring, è stato inaugurato dal rinnovo di Brad Binder con KTM fino al 2026 compreso. In un certo senso era poco più di una formalità, ma resta il fatto che ad oggi il sudafricano è l’unico pilota in griglia ad avere un accordo di così lunga durata con un costruttore della MotoGP. Nel frattempo dagli austriaci è atteso un altro annuncio relativo agli altri quattro piloti in sotto contratto per il prossimo anno. Vista dall’esterno la situazione è complicatissima: Jack Miller, Pol Espargarò, Augusto Fernandez (anche lui fresco di rinnovo), Pedro Acosta e lo stesso Binder hanno una sella a disposizione, tuttavia le moto sono soltanto quattro. KTM ha passato almeno un paio di mesi a tentare di convincere Dorna ad offrire almeno una quinta moto - con la sesta si tornerebbe a parlare di un team formato da Marquez e Acosta - eppure l’organizzatore non sembrava avere nessuna intenzione di concederla.
La risposta degli austriaci, che sul circuito di casa si sono presentati con l’hospitality dedicata alla Formula 1 - una struttura grande almeno quanto quella di tre team ufficiali - è stata una banale scrollata di spalle: con tutte le probabilità sanno di avere il coltello dalla parte del manico e non si prendono nemmeno il disturbo di dissimulare la cosa.
D’altronde Dorna avrebbe tutto l’interesse nel vedere Pedro Acosta in MotoGP, pronta com’è a raccontare la storia del fuoriclasse deputato al posto di Marc Marquez come spagnolo più vincente della storia e, forse, anche oltre. C’è poi una (fondamentale) questione economica di fondo: Pierer Mobility (KTM, Husqvarna, GasGas...) ha denaro da investire nella MotoGP e ha proposto più volte un accordo di un anno soltanto per la già citata quinta moto, che sarebbe anche pronta a ritirare nel caso in cui un nuovo costruttore - come BMW o Kawasaki - dovesse decidere di entrare in MotoGP.
Aspettiamoci quindi un nuovo annuncio nei prossimi giorni: le cinque moto ci saranno, KTM non ha nessuna intenzione di lasciare a casa uno dei suoi piloti. In alternativa, Pit Beirer ha chiesto a Carmelo Ezpeleta un sostanziale aumento delle wildcard a disposizione, che passerebbero dalle tre attuali ad un totale di sei con l'obiettivo di accelerare lo sviluppo e trovare un posto per ognuno dei piloti coinvolti nel progetto. Firmare con cinque piloti quando hai solo quattro moto in pista è una prova di forza spaventosa,nonché l'ennesima conferma del fatto che Marc Marquez ha sicuramente una buona parte di ragione quando dice che KTM diventerà la moto da battere ben prima di quanto si possa immaginare.
Certo, con un po' di malizia si potrebbe dire che questa situazione è dovuta al fatto che KTM non si aspettava una stagione così positiva da Augusto Fernandez né tantomeno un rientro di questo livello da Pol Espargarò, che senza conoscere la moto e dopo un infortunio gravissimo è tornato in pista come se niente fosse, chiudendo sesto nella sprint del sabato. Con la possibilità di licenziare almeno uno dei due "per giusta causa" si sono dovuti attrezzare in un altro modo. La quinta moto dovrebbe arrivare, ma la vera certezza è un'altra: Ducati per prima e tutti gli altri a seguire dovrebbero cominciare a preoccuparsi.