Il quotidiano spagnolo El Pais non ha dubbi: Marc Marquez deciderà alla fine di questo mese se sottoporsi o meno all’intervento di trapianto osseo per rimettere a posto una volta per tutte la spalla infortunata a Jerez. Anzi, tra le righe sembra anche piuttosto chiaro che la decisione è già presa e che la scelta riguarda, piuttosto, l’equipe medica a cui affidarsi. C’è la Mayo Clinic, negli Stati Uniti, così come ci sono i due specialisti suggeriti dallo sponsor personale di Marquez, RedBull, in Austria. C’è, poi, la terza opzione, secondo cui l’otto volte campione del mondo potrebbe scegliere la clinica di Madrid dove opera il medico personale di re Juan Carlos e che già in passato ha avuto a che fare con i piloti della MotoGP. Inutile, comunque, azzardare ipotesi, anche perché i giorni che restano alla scadenza dell’ultimatum fissato dal 93 sono veramente pochi. Una settimana per essere precisi: 1 dicembre, secondo quanto riporta El Pais.
E probabilmente sono esattamente gli stessi giorni che ci separano dal conoscere il vero futuro di Andrea Dovizioso. Nelle interviste immediatamente successive al Gran Premio del Portogallo, infatti, Dovizioso non è affatto sembrato un pilota alla sua ultima gara. Aria sorridente e rilassata che, come hanno fatto notare molti appassionati anche sui social, difficilmente poteva essere dettata dal solo sollievo di aver chiuso il conto con Ducati dopo una separazione durata tutta la stagione, tra screzi, delusioni e obiettivi mancati. Se a questo si aggiunge che anche ieri nelle interviste Andrea Dovizioso ha affermato di avere ancora il fuoco dentro e di sentirsi a tutti gli effetti un pilota, diventa piuttosto chiaro che almeno una opportunità per il forlivese è ancora sul piatto. Ed è quasi certamente quella prospettata da Honda e che dipende in maniera diretta dalla scelta di Marc Marquez. D’altra parte, basta leggere Asfalto, la sua biografia, per rendersi conto che la Honda con i colori di Repsol è da sempre il sogno del forlivese. Un sogno anche vissuto, ma in una stagione complicata e quando, forse, era ancora troppo giovane per avere coscienza di essere un vincente, con una “seconda puntata” a distanza di dieci anni che a questo punto è tutt’altro che assurda. Andrea Dovizioso ha preso tempo, in attesa di capire cosa succederà e, soprattutto, se potrà o meno giocare le sue carte in sella alla Honda nella prima parte della prossima stagione.
Il dato di fatto è che le terapie sin qui seguite da Marc Marquez non hanno portato ai miglioramenti sperati, ma qualche piccolo passo in avanti si è visto, come hanno confermato anche i responsabili della comunicazione di Honda e lo stesso Alberto Puig. Bisogna capire, però, quanto tempo ci vorrà ancora e, soprattutto, se proseguendo su questa strada si arriverà ad una guarigione piena, che invece sarebbe garantita dall’intervento chirurgico. Lo scotto della terza operazione sarebbe, di contro, la certezza di dover saltare le prime gare del prossimo mondiale che, Covid19 permettendo, partirà il 28 marzo oltre ai test previsti a Jerez, in Malesia (che quasi certamente salteranno) e in Qatar. Il recupero dopo l’intervento, come confermano tutti gli specialisti consultati, non potrà essere, infatti, inferiore ai cinque o sei mesi ed è chiaro che se Marc Marquez sceglierà di finire nuovamente sotto i ferri Honda non punterà ancora su Stefan Bradl come pilota, confermando il tedesco al ruolo di collaudatore.
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