Sono ore decisive per conoscere il futuro di Marc Marquez. L’otto volte campione del mondo, infatti, dovrà decidere a giorni se seguire ancora la strada della fisioterapia o se tornare di nuovo in sala operatoria, come gli è stato suggerito da alcuni specialisti consultati nei mesi scorsi. Secondo la testata SpeedWeek, il Cabroncito, a dispetto delle dichiarazioni pubbliche, avrebbe perso un po’ di fiducia nei confronti del dottor Xavier Mir, che lo aveva operato la prima e la seconda volta dopo la caduta di Jerez ed avrebbe deciso di guardarsi intorno per valutare tutte le prospettive possibili.
Il primo passo, sempre secondo le poche indiscrezioni trapelate, è stato rivolgersi alla clinica Mayo, negli Stati Uniti, ma qui il referto dei medici è stato netto: serve una terza operazione e, quindi, un trapianto osseo. Che però, tradotto in termini sportivi, significherebbe rischiare di saltare le prime gare del mondiale 2021.
Red Bull, sponsor personale di Marc Marquez, avrebbe quindi preso in mano la situazione, chiedendo all’otto volte campione del mondo di recarsi al Diagnostic & Training Center della Red Bull a Thalgau e, da lì, a Salisburgo, sempre in Austria, per sentire il parere del dottor Karl Golser. Si tratta di uno specialista considerato l’erede della massima autorità scientifica in tema di “traumi della spalla”: il professor Herbert Resch, andato in pensione nel 2015. Il dottor Golser, che in passato ha operato anche la spalla di Miguel Oliveira e di Jeffrey Herlings, avrebbe suggerito al Cabroncito di non prendere decisioni affrettate e di aspettare qualche settimana per capire con esattezza se sarà opportuno o meno scegliere la via del trapianto osseo. Un periodo di tempo per valutare i progressi fatti che, sempre secondo le indiscrezioni della stampa, scade proprio in questi giorni ed è molto probabile, quindi, che nelle prossime ore si giungerà ad una qualche comunicazione ufficiale.
Nel frattempo, Marc Marquez ha proseguito la riabilitazione, lavorando moltissimo per rinforzare la muscolatura senza ostacolare il processo naturale di rigenerazione dell’osso e ha voluto sottoporsi ad un ulteriore consulto, su suggerimento del suo manager e delle persone a lui più vicine, anche presso la ClinicaiQtra Medicina Avanzada di Madrid. E’ la struttura sanitaria dove lavora il dottor Angel Villamor, che per anni è stato il medico di re Juan Carlos e della famiglia reale di Spagna e che in passato ha operato con successo anche altri piloti del mondiale, come Fonsi Nieto, Nicky Hayden e Alvaró Bautista.
Consulti su consulti, quindi, non tanto per scongiurare l’intervento chirurgico e l’eventuale trapianto osseo, quanto per evitare di dover compromettere anche un altro mondiale perdendo alcune gare già all’inizio della prossima stagione. Marc Marquez, è chiaro e lo ha anche più volte ribadito, ha fissato come priorità assoluta quella di ristabilirsi e ritrovare il 100% della forma, ma sul percorso più giusto da intraprendere, coniugando anche tutti gli interessi che gli gravitano intorno oltre alla sua voglia di tornare in sella, non è una scelta facile. Marc, dalla sua, sarebbe comunque pronto a tornare sotto i ferri se si rivelerà necessario, anche perché è molto giovane ed è consapevole che di tempo per vincere ancora ce ne potrà essere anche dopo il 2021.
Una ipotesi, questa della possibile assenza di Marc Marquez dalle prime gare del prossimo mondiale, che sembra confermata anche dalle parole con cui Cal Crutchlow si è congedato da Honda per accettare la proposta di Yamaha. “In Honda – ha detto il britannico – sarei potuto restare nei panni di pilota sostituto. Alberto Puig, con cui ho sempre avuto un bel rapporto, ha molto sofferto la decisione di non rinnovare il mio contratto, ma non tutto dipende esclusivamente da lui. Per questo mi ha prospettato la possibilità di un ruolo laterale, come sostituto di tutti i piloti della velocità che corrono per Honda. Non solo di Marquez, ma eventualmente anche di Marquez se si fosse presentato qualche ulteriore problema nel suo recupero. Che è diverso. Significa che sarei stato il sostituto di almeno sei riders tra MotoGP e Superbike e questo si sarebbe tradotto con una vita ancora più nomade e con lo stesso numero di rischi. Ho ringraziato, sono stato anche lusingato, ma non me la sono sentita di accettare”.
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