La stagione è finita, andate in pace. Anzi no, in guerra: sono appena finiti i test di Valencia e le squadre stanno caricando i camion per prepararsi all’inverno nel reparto corse con cento giorni esatti al GP inaugurale del 2026 in Thailandia quando la FIM, la Federazione Internazionale Motociclismo, inoltra una proposta per modificare il regolamento tecnico della MotoGP. Trattasi, nella fattispecie, di un “safety concern” relativo alle alette laterali implementate da Aprilia a metà stagione, quelle poste sotto la sella, riprese dalla Honda poco più tardi. Secondo la Federazione, che ha presentato la proposta di modifica al regolamento con tanto di disegno tecnico, le ali montate sulla RS-GP sarebbero un pericolo per i piloti e andrebbero eliminate a partire dalla stagione 2026.
Cos’è un 'safety concern' e cosa succederà adesso
In questi casi ci sono due tipi di appelli che Federazione, costruttori (MSMA), Dorna e IRTA possono far valere. Il primo viene definito “safety matter”: significa che c’è un problema oggettivo che pregiudica la sicurezza in pista e che il regolamento va modificato nel più breve tempo possibile per scongiurare qualunque tipo di incidente. Per esempio, il gommista introduce un nuovo tipo di carcassa che se sollecitata a determinate temperature rischia di scoppiare, la “safety matter” viene segnalata e la carcassa viene ritirata immediatamente.
In questo caso si parla però, come detto, di “safety concern”, dunque di una preoccupazione in termini di sicurezza che i costruttori dovranno esaminare tutti assieme per poi prendere una decisione, in quanto mancano sufficienti elementi oggettivi per innescare la “safety matter" perché di fatto incidenti con queste alette non ce ne sono stati. Nel giro di qualche giorno quindi la proposta verrà sottoposta all’associazione dei costruttori (MSMA) e applicata subito in caso di votazione unanime. Inutile dire che non è questo il caso: Aprilia e Honda, che sul progetto hanno investito e lavorato ottenendo un vantaggio competitivo, si schiereranno contro la proposta, su cui si inizierà a dibattere in maniera feroce.
Cosa non quadra in questa storia
La vicenda è interessante per i tempi e i modi in cui si è sviluppata: Aprilia ha cominciato a montare questi spoiler a giugno, tra il GP di Gran Bretagna a Silverstone e quello d’Olanda ad Assen, eppure la richiesta di rimozione è arrivata sei mesi più tardi. Anzi, per la verità è arrivata dopo tre vittorie nelle ultime quattro gare e a fine test, quando il prototipo della moto 2026 era già in pista e in fase avanzata di collaudo.
Tutto relativamente normale se non fosse per un paio di incongruenze. La prima: a fare richiesta per la rimozione delle ali non è stato un altro costruttore, cosa che avrebbe avuto il suo motivo d’essere, bensì la FIM, che da una parte sembra arrivata troppo tardi per essere davvero credibile sulla questione di sicurezza (dopo sei mesi senza incidenti legati alle ali) e dall’altra ha presentato questa mozione in tutta fretta a fine test.
La seconda, invece, è sotto gli occhi di tutti. Se le ali laterali non hanno ancora prodotto danni, limitandosi a staccarsi dalla carena quando il pilota sale o scende dalla moto in maniera maldestra in pit lane, gli abbassatori sono stati una delle cause più frequenti di incidenti di questa MotoGP: non si sgancia e arrivi lungo, non si aggancia e resti fermo in partenza. Lo stesso in gara, perché se la moto resta abbassata ti devi ritirare, se non scende più rischi di buttare via una gara. Praticamente ogni piccolo malfunzionamento di questo dispositivo - che, ricordiamolo, è ad attuazione meccanica solo per aggirare il regolamento - rischia di creare dei danni, eppure è lì e rimarrà sulle moto fino al 2027. Certo, la fase della partenza con le moto che si acquattano tutte assieme come fossero felini pronti ad assalire la preda ha un che di romantico. Eppure non basta questa immagine a giustificare il rischio e di certo non è per questo che gli abbassatori sono ancora in uso.
Sta di fatto che questa storia è solo all’inizio. La sensazione, almeno la nostra, è che Aprilia e Honda riusciranno a tenere queste appendici per il 2026 e vi dovranno rinunciare con l’introduzione del prossimo regolamento tecnico. Il fatto che (per ora) si stia discutendo del regolamento e non delle vacanze dei piloti è positivo, magari Dorna sta cercando il modo di rendere il campionato interessante anche quando le moto non sono in pista sulla falsariga di quello che succede in Formula 1. Magari invece a Noale dovrebbero aprire una bottiglia sotto la scrivania, perché a pensare male si potrebbe ipotizzare che queste tre vittorie di fine stagione abbiano agitato le acque.