La MotoGP è come una delle tante vittime della chirurgia plastica, che si svegliano ogni giorno diverse e doloranti per piacere alla gente: nel 2023 è stato introdotto il nuovo formato con le Sprint, quest’anno Dorna ha ufficialmente ceduto il suo prodotto a Liberty Media e dal 2027, quindi tra pochissimo. le moto verranno costruite con un nuovo regolamento tecnico ed equipaggiate da pneumatici Pirelli. Il tutto, appunto, per arrivare a un pubblico più ampio, perché il campionato soffre di una crisi di pubblico nata con la pandemia e l’addio di Valentino Rossi. In questo processo di trasformazione sembra che debbano passarci tutti, dai giornalisti a cui è stato rifiutato l’accredito ai piloti a cui non verranno conteggiati i mondiali nelle cilindrate minori, per non parlare della categoria MotoE soppressa senza grosse cerimonie per far posto a un piccolo campionato dedicato alle Harley-Davidson.
Sta di fatto che i cambiamenti ne producono altri e in molti, a fine stagione, hanno lasciato il paddock per qualcosa di diverso. Una possibilità è che lo faccia anche Sky, che detiene i diritti TV della MotoGP per l’Italia dal 2014 e che nel 2021 aveva firmato un quadriennale con l’idea di continuare a raccontare le corse dopo l’addio di Valentino Rossi.
Un rinnovo che non arriva
La notizia, di fatto, è in un rinnovo che tarda ad arrivare. L’emittente britannica ha sempre gestito con grande calma queste contrattazioni con Dorna, eppure stavolta le cose sono andate più avanti del previsto o, comunque, più avanti della stagione stessa. A metà luglio Marzio Perrelli, che tra le altre mansioni gestiva i diritti TV per il motomondiale, si è allontanato dall’azienda per occuparsi di altro, passando a lavorare come consulente per un grosso fondo d’investimento e lasciando di fatto aperta la trattativa. A Misano i nuovi dirigenti Sky si sono seduti al tavolo con Carmelo Ezpeleta per discutere del rinnovo, offrendo - a quanto pare - una cifra nettamente inferiore rispetto a quanto garantito in passato, cosa che evidentemente non deve essere piaciuta agli spagnoli. Il gioco al ribasso è inevitabile se consideriamo che oggi lo spettacolo in pista non è dei più esaltanti, almeno per chi segue lo sport saltuariamente. Una cosa che Dorna sa bene, altrimenti non avrebbe intrapreso tutta una serie di manovre nella speranza di rilanciare la MotoGP.
A Valencia c’è stato poi una nuova discussione tra le parti, senza però un accordo che sia andato oltre alla copertura dei test di fine anno. Pare quindi che Sky stia lavorando per chiudere un accordo triennale a meno della metà di quanto pagato finora.
Quali sono le altre opzioni di Dorna
In coda per discutere i diritti televisivi per l’Italia sono anche altre emittenti. C’è Discovery per esempio, che fa parte dello stesso gruppo di Liberty Media e dalla quale deve essere arrivata una manifestazione d’interesse relativamente spassionata, un po’ come successo per altri sport e - a sentire qualcuno - col Festival di Sanremo. A Misano si è poi parlato di una proposta “alta come un pacchetto di sigarette” arrivata da Mediaset, la quale però sembra essere svanita nel nulla piuttosto in fretta. La Rai è lontana chilometri.
Nell’ultimo mese poi proprio a casa di un accordo che sembra sempre più difficile tra Sky e Dorna si è inserita anche DAZN, che attualmente detiene i diritti della MotoGP in Spagna. Oggi nel paddock si parla delle stesse possibilità per le due aziende, con Sky ancora in vantaggio di qualche punto.
Pro e contro tra Sky e DAZN
DAZN potrebbe garantire una copertura più flessibile e democratica, anche se di fatto anche Sky offre un servizio meno vincolante con NOW TV. Oltretutto, grazie alla sinergia con la controparte spagnola, DAZN potrebbe ammortizzare meglio i costi dei diritti e gestire i contenuti in maniera più semplice, esattamente come fa Sky Italia con la Formula 1, dove la maggior parte dei costi viene sostenuta dalla sede britannica.
Di contro, la struttura (e la copertura) di Sky sono impareggiabili per qualunque altra emittente, non di meno per un servizio di streaming: c’è un canale dedicato che gira 24/7 sulle moto, il camion in pista, quattro commentatori, due inviati e una host a cui si aggiungono operatori, regia e coordinamento. Niente a che vedere con il lavoro di francesi, tedeschi, inglesi o spagnoli, per non citare la Grecia e gli altri paesi che trasmettono la MotoGP. DAZN Spagna, per esempio, si affida a Dorna sia per la produzione che per gli operatori, mentre Sky cura tutto in autonomia con grossi investimenti e profili d’esperienza nel paddock.
Riassumendo: Dorna vuole allargare il suo bacino di utenti ma non ha intenzione di perdere la potenza di fuoco di Sky, perché di fatto quella italiana è la copertura più completa per il motomondiale e rinunciarvi proprio ora sarebbe controproducente. Lo sarebbe anche per chi lavora nel motomondiale? Probabilmente sì. Difficilmente DAZN manderà degli inviati in pista ed è quasi impossibile che mobiliti un carrozzone come quello impiegato da Sky nelle gare europee.
Così, se dovessimo scommettere due lire le punteremmo su quest’ultima. Ed è quello che si augurano buona parte degli addetti ai lavori, ben consci del fatto che più è ampia la vetrina più prodotti possono stare sullo scaffale: meno prime time, meno sponsor, meno grano.