Se si potesse chiedere a ognuno dei piloti della MotoGP cosa vorrebbe buttare via del 2023 la risposta sarebbe praticamente in corso: la regola sulla pressione delle gomme. Perché ha condizionato interi gran premi, perché ha stravolto podi conquistati a suon di manate di gas e perché, di fatto, ti fa ritrovare penalizzato anche se non hai colpe. Anche se non c’hai provato. Anche se un modo per essere certi di non contravvenire a quella stessa regola non c’è. Ne sanno qualcosa tutti i piloti della MotoGP, con Pecco Bagnaia e Jorge Martin che hanno corso le ultime gare della stagione condizionati dalla possibilità di ritrovarsi penalizzati e ne sa qualcosa anche Fabio Di Giannantonio che a Valencia s’è visto letteralmente buttato giù dal podio per 0,01 bar.
Il motivo? Il suo pneumatico è sceso sotto il limite di pressione imposto da Michelin. Solo che, come tutti i piloti hanno riconosciuto, un parametro esatto e che consente di non sbagliare non esiste, perché ci sono di mezzo le dinamiche di gara. Se si segue un’altra moto, ad esempio, la pressione sale alle stelle, con tanto di anteriore che diventa ingovernabile, mentre se si gira liberi, e magari beccando anche un po’ d’aria fresca, la pressione scende vertiginosamente. Regolari è impossibile, con la conseguenza che i piloti devono prendere rischi di troppo, partendo con l’anteriore un po’ più gonfio, e ritrovandosi, comunque, a fare i conti con il caso e la sorte. Anche Michelin, ultimamente, sembra aver ammesso che la nuova regola sta generando qualche problema di troppo, soprattutto se si considera che dal 2024 entrerà in vigore sin dal primo GP di stagione e che finire penalizzati sarà molto più facile.
“Se dovessero proporci una qualche modifica al regolamento saremo aperti – ha detto Piero Taramasso, responsabile racing per Michelin - Prima dell’inizio della stagione parleremo con Dorna, FIM e IRTA, perché sarà il primo anno con questo nuovo regolamento già da subito”. Nessuna chiusura, quindi, da parte del produttore francese, con Taramasso che, però, sembra riferirsi più alla possibilità di reintrodurre gli avvertimenti piuttosto che a ciò che invece chiedono i piloti: abbassare ulteriormente il limite minimo.
Michelin, infatti, ne fa una questione di sicurezza e verosimilmente anche gli pneumatici studiati per la stagione 2024 non risolveranno a monte il problema. “L’obiettivo – ha spiegato ancora Taramasso - è trovare una mescola un po’ più dura e rigida in modo che sia meno sensibile alle temperature. Stiamo lavorando a tre nuovi pneumatici per l’anteriore, due pneumatici hanno una nuova mescola per la stagione 2024 e sono una morbida e una media. Il terzo pneumatico, invece, sarà del tutto nuovo, ma per il .2025”