Se c’è una cosa da ammirare della Roma è la tradizione dei suoi capitani. Giannini, Totti, De Rossi, Florenzi e Pellegrini. Tutti romani de Roma. Un legame di sangue, di attaccamento per la propria città. Un motivo in più che ti spinge a uscire dal campo con un taglio alla gamba in più degli altri. Essere capitano della Roma è speciale. Una città da difendere, una curva da gestire, un risultato da portare a casa. Non è come Inter, Juve e Milan dove i tifosi vengono da tutto il mondo. Roma è dei romani e un pezzo di stoffa del genere ti porta ad agire di istinto e commettere anche degli errori. Come è successo a Lorenzo Pellegrini, pedina fondamentale del centrocampo di Josè Mourinho che nel corso degli ultimi minuti di gara contro l’Udinese è stato espulso. Un giallo evitabile non solo per come è avvenuto ma soprattutto per il peso specifico della partita che salterà. Il derby contro la Lazio.
Lorenzo Pellegrini è un calciatore che ha il cervello nei piedi, letteralmente. La capacità di inserirsi alla perfezione, l’arte di creare gol impossibili e la quantità che metto in mezzo al campo lo ha consacrato in sole cinque giornate al top in Europa. Lo Special One si è innamorato di lui, eppure ne ha visti di grandi campioni nello spogliatoio. Il numero 7 della Roma è la Roma. È il capitano che dà tutto per la sua squadra, anche troppo. Ma quei 25 anni si sono fatti sentire. Il pathos della partita, la voglia di vincere a tutti i costi e di portare a casa i tre punti gli ha fatto commettere una sciocchezza. E i biancocelesti fanno bene a godere. C’è però una cosa che ci fa sperare nel talento italiano. La capacità di imparare in fretta.
Al Sassuolo aveva un grande controllo di palla ma si vedeva che era acerbo. Lavorò duramente e l’anno successivo approdò nella Capitale. Arrivato alla Roma le sue prestazioni non furono eccezionali. Corresse i suoi errori e non è stato più tolto dal campo. L’infortunio in Nazionale “ha giovato” sulla sua condizione atletica, l’inizio di questa stagione non solo è stato scoppiettante sotto l’aspetto delle reti segnate, ma anche dalla durata. In poche parole non sembra mai stancarsi. Sbaglio dopo sbaglio ha sempre imparato dagli errori commessi per alzare il livello delle sue qualità. I tifosi romanisti non l’hanno presa benissimo e probabilmente un velo di critiche cadrà sopra di lui, ma Lorenzo Pellegrini è arte calcistica e se questo servirà per consacrarlo al top, allora ben venga l’esclusione dal Derby.