Entrambe italiane, anzi venete, ed entrambe ai vertici della MotoGP. Dainese ed Alpinestars sono rivali da sempre. In pista - dove si contendono i piloti più vincenti - e nello sviluppo, al punto di arrivare in tribunale per una vicenda legata ai brevetti degli airbag sulle tute. Anche loro lottano per vedere sul podio i propri piloti che, per qualche strana ragione, difficilmente cambiano sponsor tecnico con facilità. L’ultima volta che due campioni hanno cambiato casacca è stato nel 2011 con Jorge Lorenzo e Nicky Hayden, quando lo spagnolo passò da Dainese ad Alpinestars e l’americano fece l’opposto, entrambi per via di Valentino Rossi: il maiorchino si era sentito poco considerato da una realtà a sua detta troppo ‘rossista’ nonostante la vittoria del mondiale mentre, con l’arrivo del Dottore in Ducati, Hayden aveva deciso di lasciare l’azienda trevigiana per quella vicentina.
Sono passati dieci anni, Valentino ha nuovamente cambiato squadra e gli sponsor si sono mossi di conseguenza. in un modo o nell’altro, la storia tende a ripetersi. Quando Razlan Razali ha parlato del contratto di Rossi la scorsa estate, spiegando che i giorni prima della firma erano stati piuttosto faticosi, ha dichiarato che il contratto del Dottore è composto di un centinaio di pagine quando, per un normale pilota, sono all’incirca dieci. Evidentemente, tra le decine di clausole e riserve poste dai legali di Valentino per questioni di sponsor, c’era anche qualcosa relativo a Dainese.
Il Team Petronas infatti è legato ad Alpinestars, che produce l’abbigliamento di tutti i componenti della squadra e, nonostante Franco Morbidelli sia sotto contratto con Dainese, sulla sua moto ci sono i loghi dell’azienda di Asolo. Discorso differente, invece, per la M1 di Rossi, che negli stessi spazi è del tutto libera. La sensazione è che per Razali trovarsi a gestire Valentino Rossi sarà decisamente impegnativo, sia sul piano mediatico che su quello economico.