image/svg+xml
  • Attualità
    • Politica
    • Esteri
    • Economia
    • Cronaca Nera
  • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • Girls
    • Orologi
    • Turismo
    • Social
    • Food
  • MotoGp
  • Tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • Calcio
    • NFL
    • combattimento
  • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Attualità
    • Attualità
    • Politica
    • Cronaca Nera
    • Esteri
    • Economia
  • Lifestyle
    • Lifestyle
    • Car
    • Motorcycle
    • girls
    • Orologi
    • Turismo
    • social
    • Food
  • motogp
  • tennis
  • Formula 1
  • Sport
    • calcio
  • Culture
    • Culture
    • Libri
    • Cinema
    • Documentari
    • Fotografia
    • Musica
    • Netflix
    • Serie tv
    • Televisione
  • Garlasco
  • Cover Story
  • Tech
  • Fashion
    • Fashion
    • Moda
    • Gear
    • Footwear
  • EVERGREEN
  • Topic
  • Journal
  • Media
Moto.it
Automoto.it
  • Chi siamo
  • Privacy

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159

  1. Home
  2. Sport

L’incidente che rivoluzionò la sicurezza alla 24 Ore di Le Mans

  • di Luca Vaccaro Luca Vaccaro

31 luglio 2024

L’incidente che rivoluzionò la sicurezza alla 24 Ore di Le Mans

di Luca Vaccaro Luca Vaccaro

Sin dalla sua nascita, il motorsport ha goduto dello status di sport spettacolare, se non fosse che è risaputo, tra tutti coloro che lo pratichino o ammirino, che quest’ultimo è altrettanto pericoloso. Un aspetto, questo, ben rappresentato dalla celebre frase “Motorsport is dangerous” spesso protagonista di manifesti e pubblicità, volti a rimarcare quanto il rischio, il pericolo o addirittura la morte siano sempre dietro l’angolo. Una frase, dunque, che spesso viene utilizzata come monito, ben impressa nella mente di tutti gli appassionati; perché, se è vero che la sicurezza negli ultimi anni ha compiuto passi da gigante, la componente del rischio, della fatalità mai potrà essere del tutto annullata.

Sembrerebbe un ossimoro, eppure nel corso degli anni, l’evoluzione della sicurezza, in pista e fuori, si lega, purtroppo, soprattutto ai numerosi incidenti, spesso fatali che hanno marchiato la storia dei motori: la tragedia di Senna, l’incidente costato poi la vita al giovane Jules Bianchi o la morte di Anthoine Hubert a Spa, durante una gara di Formula 2; un’evoluzione non sempre lineare, anzi, spesso forzata dalle tragedie verificatesi. Un legame, questo, conosciuto anche dai tanti estimatori della 24 Ore di Le Mans: seppur oggi rappresenti un vero e proprio spettacolo mondiale, nei primi anni di gloria della gara spesso si registravano incidenti fatali che coinvolgevano anche i numerosi spettatori presenti lungo tutto il tracciato. Incidenti tanto frequenti da far nascere persino il mito della clinica del dottor Delagénière, l’uomo dei miracoli tanto conosciuto a Le Mans.

20240725 172630021 7198

Quando si parla della classica gara francese però, il tema della sicurezza non può non essere legato ad un’edizione nello specifico, quella del 1955: una gara che prometteva, grazie al grande numero di case costruttrici presenti, un grande spettacolo. Spettacolo che, a posteriori, fu tale solo fino alle 18:26 del pomeriggio, quando questo si tramutò in un incubo. Qualche secondo prima, durante una fase di doppiaggio, una carambola venne innescata dalla la Jaguar D-Type di Mike Hawthorn che, dopo aver doppiato la Austin-Healey di Lance Macklin, frenò bruscamente per entrare in corsia box. Una frenata così brusca da far perdere il controllo della propria Austin a Macklin che, incolpevole, venne centrato dalla Mercedes 300 SLR di Pierre Levegh: l’impatto è forte, con la Austin-Healey che per qualche attimo di secondo si trasformò in rampa per la Mercedes che, a quel punto, prese il volo sino a schiantarsi contro la barriera che divideva la pista dalla tribuna prendendo fuoco. Purtroppo, però, alcune componenti della Mercedes oltrepassarono le recinzioni, troppo basse per contenere l’impatto, finendo per colpire i numerosi spettatori presenti in quella zona del circuito. L’incidente causò, oltre alla morte di Pierre Levengh, il decesso di ben 83 persone e il ferimento di altre 120. Tra i morti, figura anche il nome di Pierre Rouchy, il più giovane alla tenera età di 11 anni. Rouchy, come tanti altri, stava ammirando l’azione in pista insieme alla sua famiglia quando l’incidente si verificò.

20240725 172639817 1479

A seguito della gara, un inno al cambiamento e ad una maggiore sicurezza venne messo in atto: una richiesta che diede il via ad una prima grande rivoluzione non solo del circuito de la Sarthe, ma anche di tutte le zone che lo circondano. L’equivalente di 11,2 milioni di euro fu investiti dall’Aco, l’organizzatore della gara, affinché tanto la pista quanto le aree limitrofe fossero modificate e rese maggiormente sicure; i box, con le annesse tribune, furono rasi al suolo e rimpiazzati da nuove strutture oltre che da una nuova pit lane, decisamente più larga della precedente; dall’altro lato della pista furono costruite nuove e più imponenti barriere, furono spostate indietro le tribune già presenti e affiancate anche in questo caso da nuove che avrebbero reso maggiormente piacevole l’esperienza degli spettatori, così come furono installati nuovi dispositivi per la segnalazione di pericoli lungo tutto il tracciato.

Anche le regolamentazioni in merito alle vetture ammesse furono riviste, con l’obiettivo di aumentare la sicurezza in pista e tutelare l’incolumità dei piloti, pur assicurando lo spettacolo che sino a quel momento aveva caratterizzato la gara francese. Un impegno enorme, che si traslò in un debito di circa 300 milioni di franchi, ritenuto necessario dagli organizzatori al fine di rafforzare la percezione positiva della massa sull’evento. Dunque, quella del ’55 può essere etichettata come una delle prime grandi rivoluzioni in materia di sicurezza nello sport, un aspetto su cui, giorno dopo giorno, non si può mai smettere di lavorare. Perché sì, il motorsport è pericoloso, ed è anche grazie all’attenzione verso tale tematica se al giorno d’oggi le competizioni fino all’ultimo centesimo di secondo sono possibili.

More

Siamo stati nel box di Valentino Rossi durante la 24 Ore di Le Mans per capire che sì, è tutto vero. Anche qualcosa in più

di Cosimo Curatola Cosimo Curatola

24 Ore di Le Mans

Siamo stati nel box di Valentino Rossi durante la 24 Ore di Le Mans per capire che sì, è tutto vero. Anche qualcosa in più

Dal retro griglia al podio: come Toyota ha quasi vinto la 24h di Le Mans

di Alice Cecchi Alice Cecchi

wec

Dal retro griglia al podio: come Toyota ha quasi vinto la 24h di Le Mans

John Elkann dopo la vittoria Ferrari alla 24 Ore di Le Mans: gioia, giudizi e obiettivi del Presidente

di Matteo Mattei Matteo Mattei

WEC

John Elkann dopo la vittoria Ferrari alla 24 Ore di Le Mans: gioia, giudizi e obiettivi del Presidente

Tag

  • 24 Ore di Le Mans
  • Le Mans
  • Motorsport
  • Sport

Top Stories

  • SINNER È CAMBIATO: Come? Ce lo spiega Bertolucci: “Non gli si può chiedere di diventare Alcaraz, ma ora a Wimbledon Jannik segue canovacci tattici ben precisi perché…”

    di Giulia Sorrentino

    SINNER È CAMBIATO: Come? Ce lo spiega Bertolucci: “Non gli si può chiedere di diventare Alcaraz, ma ora a Wimbledon Jannik segue canovacci tattici ben precisi perché…”
  • LE BOMBE DI RODDICK SU WIMBLEDON: “Sinner? Non va oltre la semifinale. Alcaraz? Ecco chi deve temere, ma no, non è Jannik”. Poi su Zverev, Djokovic, Medvedev e Rune…

    di Giulia Sorrentino

    LE BOMBE DI RODDICK SU WIMBLEDON: “Sinner? Non va oltre la semifinale. Alcaraz? Ecco chi deve temere, ma no, non è Jannik”. Poi su Zverev, Djokovic, Medvedev e Rune…
  • Signori, ancora non avete capito perché questa McLaren domina? Sentite Andrea Stella: “Lavorato tanto per migliorare una vettura già competitiva”. E su Norris che non esulta…

    di Luca Vaccaro

    Signori, ancora non avete capito perché questa McLaren domina? Sentite Andrea Stella: “Lavorato tanto per migliorare una vettura già competitiva”. E su Norris che non esulta…
  • Ok ma chi è l’uomo dietro al codice Sinner? SEGNATEVI QUESTO NOME: Alex Vittur, demiurgo dell’ascesa di Jannik

    di Giulia Sorrentino

    Ok ma chi è l’uomo dietro al codice Sinner? SEGNATEVI QUESTO NOME: Alex Vittur, demiurgo dell’ascesa di Jannik
  • SIGNORI, TONI NADAL INCORONA ALCARAZ (e non Sinner) a Wimbledon: “Non c’è nessuno che possa seriamente sfidare Carlos, semmai impensierirlo…”. Poi su Jannik, Djokovic e l’incognita erba…

    di Giulia Sorrentino

    SIGNORI, TONI NADAL INCORONA ALCARAZ (e non Sinner) a Wimbledon: “Non c’è nessuno che possa seriamente sfidare Carlos, semmai impensierirlo…”. Poi su Jannik, Djokovic e l’incognita erba…
  • “I contratti sono fatti per essere rispettati”: Pedro Acosta l’ha detto a Valentino Rossi e Ducati o al suo manager? Intanto KTM ha perso un altro pezzo grosso (che va in Honda)

    di Emanuele Pieroni

    “I contratti sono fatti per essere rispettati”: Pedro Acosta l’ha detto a Valentino Rossi e Ducati o al suo manager? Intanto KTM ha perso un altro pezzo grosso (che va in Honda)

di Luca Vaccaro Luca Vaccaro

Se sei arrivato fin qui
seguici su

  • Facebook
  • Twitter
  • Instagram
  • Newsletter
  • Instagram
  • Se hai critiche suggerimenti lamentele da fare scrivi al direttore moreno.pisto@mowmag.com

Next

Fabio Quartararo e quelle garanzie che valgono più di 12 milioni di Euro: “Potevo andare altrove, ma…”

di Emanuele Pieroni

Fabio Quartararo e quelle garanzie che valgono più di 12 milioni di Euro: “Potevo andare altrove, ma…”
Next Next

Fabio Quartararo e quelle garanzie che valgono più di 12 milioni...

  • Attualità
  • Lifestyle
  • Formula 1
  • MotoGP
  • Sport
  • Culture
  • Tech
  • Fashion

©2025 CRM S.r.l. P.Iva 11921100159 - Reg. Trib. di Milano n.89 in data 20/04/2021

  • Privacy