Questione di secondi. Pochi, pochissimi, quelli che hanno salvato Romain Grosjean, quelli dell'istinto di sopravvivenza mostrato in Bahrain lo scorso anno quando, imprigionato in un cumulo di macerie e fuoco, è riuscito a scappare, e a salvarsi la vita.
Si parla di 28 secondi in totale per uscire dalle fiamme, circa 9 per liberarsi dalla sua monoposto incastrata. Un incidente le cui immagini hanno fatto il giro del mondo e il cui impatto mediatico sta continuando a far cambiare, anche a distanza di quasi un anno, il mondo della Formula 1.
Questa volta l'innovazione, per aumentare la sicurezza dei piloti in pista, arriva dai guanti omologati per correre: poco dopo l'incidente l'ex pilota indiano Karun Chandhok, oggi commentatore, aveva per primo commentato le condizioni delle mani di Grosjean con un'interessante analisi: "La FIA quest'anno ha aggiornato le tute ignifughe indossate dai piloti, che hanno aumentato il loro tempo di resistenza al fuoco da 10 a 20 secondi. Tuttavia, i guanti dei piloti sono del precedente design a prova di fiamma di 10 secondi".
Ecco quindi spiegato perché proprio le mani del pilota hanno subito le maggiori escoriazioni nell'incidente, e perché nel 2021 si è lavorato per portare nuovi prototipi: in Turchia è andato in scena un primo test dei nuovi guanti, progettati quest'anno per resistere maggiormente al fuoco, e il risultato è stato positivo.
Il direttore di gara Michael Masi ha così spiegato il nuovo prototipo: "Dopo l’incidente di Grosjean abbiamo immediatamente iniziato a lavorare con diversi produttori su quell’area che abbiamo capito che poteva essere migliorata. I primi feedback dei piloti sono stati positivi. Ci sono un paio di cose da mettere a punto ma niente d'insormontabile. Siamo molto grati ai piloti e ai team coinvolti nel lavoro. Tutto ciò dimostra che stiamo cercando di alzare i livelli di sicurezza il più possibile".