Le voci, nel paddock della MotoGP, si susseguono da parecchio tempo. E i dirigenti Ducati si sono già detti possibilisti sull’eventualità di schierare otto moto in pista. Ora, secondo gli svizzeri di Speedweek (testata specializzata di proprietà RedBull) sia il Team VR46 che il Team Gresini avrebbero trovato l’accordo con Ducati per fondare due nuove squadre satellite.
Per la VR46 si tratterebbe della condizione più facile, anche se Valentino Rossi - che ha ripetuto più volte di non essere coinvolto nell’organizzazione del team - avrebbe preferito Yamaha. A gestire gli affari della VR46 è Alberto Tebaldi, il quale sembra essersi sbilanciato verso il marchio bolognese. I motivi sono molteplici: in primis - spiega Speedweek - la VR46 potrebbe stringere un accordo a breve termine con Ducati per poi passare al team clienti Suzuki in un secondo momento. A questo si aggiunge il fatto che, sia il contratto di Bastianini che quello di Marini, hanno già un’opzione con la casa di Borgo Panigale, motivo per cui non sarebbe necessario mettere in piedi da zero una nuova struttura.
Per concludere, se la VR46 togliesse le moto a Petronas (Yamaha non ha intenzione di schierarne sei) metterebbe in difficoltà i giapponesi che hanno un accordo solido con il Team di Razlan Razali per i prossimi tre anni. Il tutto, aggiunge il giornalista Gunther Wiesinger, sarebbe d’aiuto nel caso in cui Valentino Rossi decidesse di ritirarsi: in quel caso Franco Morbidelli potrebbe avere una Yamaha ufficiale per il 2022 e lottare per il titolo (ma pare che l’avrà comunque).
Discorso leggermente diverso, invece, per il Team Gresini. Sempre secondo Speedweek, Nadia Padovani, moglie di Fausto, avrebbe già trovato un accordo con Ducati. Questo perché il Team Gresini nasce soprattutto con l’obiettivo di ricordare e rendere onore al pilota emiliano, che prima di ammalarsi aveva annunciato il divorzio da Aprilia. Pare infatti che Fausto non fosse contento di essere stato relegato a partner logistico senza che venissero valorizzate le sue capacità tecniche. Per questo, Gresini avrebbe puntato soprattutto sulla Suzuki, tenendo come seconda opzione Ducati e soltanto come terza scelta l’Aprilia.
Economicamente le cose sembrano più chiare. Ogni team, per regolamento, può addebitare un massimo di 2,2 milioni di euro alle squadre per ogni moto (ed ogni pilota) e Aprilia ha fatto un’offerta a Gresini che viene quantificata tra gli 1,2 e gli 1,5 milioni di euro. Questo, oltretutto, frutterebbe ad Aprilia un premio di 3 milioni di euro all’anno da parte della Dorna, che viene offerto però soltanto per la prima squadra satellite (quindi Ducati ne percepirebbe sempre e soltanto 3). Pare però che la famiglia Gresini abbia rifiutato per compiere la volontà di Fausto e che, adesso, dovrà trovare un secondo pilota da affiancare a Fabio Di Giannantonio, già sotto contratto per la MotoGP. Oltre al budget di circa 10 milioni a stagione neccesario per correre.