Difficile pensare ad un weekend più duro per Marc Marquez, che qui al Sachsenring era partito con l’idea di lottare per vincere. Anzi, di non prendere un’eventuale vittoria come un segno dei miglioramenti della Honda ma come l’ennesima prova del suo immenso talento. Il cronometro invece non lo aiuta, la moto nemmeno. Marc cade alla fine delle P2 - ma rischia anche prima, elargendo un dito medio alla moto - e poi tre volte in qualifica, poi nella sprint sceglie di chiudere il gas, di accontentarsi: “Non ha senso rischiare così per fare settimo”, ha raccontato in conferenza stampa. La domenica mattina però è di nuovo Marc Marquez, quello che mette le corse davanti a tutto il resto, istinto di sopravvivenza compreso. I minuti del Warm Up sono dieci, la caduta è del minuto due: Marc perde la moto alla curva sette, viene lanciato in aria e sbatte violentemente sull’asfalto. È la quinta caduta del weekend.
Quando le telecamere lo vanno a riprendere però, la sensazione è che sia cambiato qualcosa. Che si sia rotto qualcosa. Difficile dire se un osso, un nervo ottico - la diplopia continua ad essere un tema importante - o un po’ di quel coraggio che l’ha accompagnato per trent’anni. La prima immagine trasmessa è quella di lui ansimante come una bestia ferita. Passa un minuto e finalmente si alza, zoppica per qualche metro, poi si ferma di nuovo e torna a sedere, respirando forte. Le moto che girano in pista hanno perso ogni interesse. Eccolo lì il king of the ring, il Sachsenking, l’otto volte campione del mondo che maledice il circuito che gli ha dato più vittorie di qualunque altro. La regia va a prendere qualche pilota in pista per dovere di cronaca, poi torna su Marquez che si è spostato nella via di fuga e fissa un laghetto che è poco più di una pozzanghera. Quando uno scooter lo riporta ai box il Warm Up è già finito. Marc siede al suo posto, poi subito passa al camion seguito dal Dr. Chartre che poco più tardi racconterà a Sky di una contusione a caviglia e mano destra, ma di diplopia non si parla. Inutile dire però che qualcosa si è rotto davvero. Se la caduta ha innescato un nuovo un problema alla vista è presto per dirlo, dopo Mandalika Marc se n’era accorto sull’aereo per la Spagna e la volta prima (nel 2021, dopo la vittoria di Misano) sotto la doccia a fine allenamento. Non è presto, invece, per dire che ci sarà un Marquez prima e un Marquez dopo il Sachsenring: potrebbe scegliere la vita come diceva Ewan McGregor in Trainspotting e lasciare la MotoGP, potrebbe smettere di spingere fino all’anno prossimo e potrebbe anche correre la gara come se niente fosse, ma con tutta l’intenzione di lasciare la Honda alla prima occasione perché di fiducia non ce n'è più.
Di certo, al Sachsenring Marc Marquez è cambiato per sempre.