Quando gli hanno chiesto chi vorrebbe essere tra Francesco Bagnaia e Fabio Quartararo è andato in difficoltà. Marc Marquez non saprebbe scegliere, perché è vero che l’inseguito è in una posizione di debolezza rispetto all’inseguitore, ma è altrettanto vero che, almeno fino ad accadimento contrario, davanti a tutti c’è Fabio Quartararo. Ha sviato il discorso Marc Marquez, ma su una cosa non ha avuto dubbi: “entrambi sono sotto pressione, perché sono consapevoli che un minimo errore adesso potrebbe vanificare una stagione”. Però Marc Marquez in Australia non ci è andato per parlare degli altri e meno che mai per prestarsi a giochini che giornalisticamente possono essere interessanti, ma che nella realtà sarebbero improponibili. E è della sua situazione che ha voluto parlare. Anche perché vede la fine di un calvario.
“Tutto è cominciato a Jerez, dopo la mia caduta e un grosso errore – ha ripercorso Marc Marquez – I medici mi hanno detto che non sarebbe stato un problema tornare subito a correre dopo il primo intervento e poi la decisione è stata mia. Alla fine quello che prende l'ultima decisione è il pilota, quindi l'errore è stato mio". Si assume le sue responsabilità, anche se è consapevole di non averne e di aver semplicemente ceduto a quell’istinto veemente che spinge ogni pilota: esserci e competere. “Ho sentito tanto calore intorno – ha aggiunto – E’ stato un incubo, è vero, ma sono stato aiutato. Ho parlato molto con la mia gente, soprattutto con la mia famiglia e le persone più vicine. Ho visto che c'era una soluzione per migliorare la mia vita personale e professionale. Se ho continuato con questa motivazione è grazie alla mia passione per le moto che continua ad essere al di sopra di ogni altra cosa. Non posso essere calmo seduto sul divano a guardare una gara. Ogni volta che corro sento che ci sono ancora. Questa è la cosa più importante”.
Migliora ogni giorno, Marc Marquez, e a Phillip Island vorrebbe provarci a mettersi tra i due principali favoriti. Non per disturbare la battaglia, ma per regalarsi l’unica cosa che conta davvero: il gradino più alto del podio. Molte leggende hanno subito gravi infortuni in passato – ha aggiunto ancora l’otto volte campione del mondo - Ad esempio Doohan, con cui parlo da molto tempo. Quanti titoli avrebbe vinto Doohan senza l'infortunio alla gamba? Non lo sapremo mai, ma alla fine aveva il suo stile e quello che ha fatto è stato impressionante. Dopo un infortunio si cambia, ma non è detto che si peggiori. Io sento di essere più maturo, il resto lo dirà la pista”. Quasi un atteggiamento di attesa piuttosto che di attacco, con Marc Marquez che arriva smentire qualcosa che, invece, era credenza comune nel paddock. No, il sogno di Marc Marquez, adesso, non è eguagliare i titoli di Valentino Rossi. “Ora ho nuove motivazioni, non sono ossessionato dall'idea di vincere un altro titolo. Può darsi che accadrà, spero che accadrà, ma lo dirà il futuro. In questo sport tutto deve andare per il verso giusto: moto, squadra e pilota”.