Ha passato il traguardo del GP di Aragon in quarta posizione, dopo la solita gara di sofferenza che lo ha visto faticare e non poco nei primissimi giri e poi trovare un buon ritmo quando i primi, ormai, erano già scappati. Un quarto posto che gli ha permesso, comunque, di essere la migliore Yamaha sotto la bandiera a scacchi, ma che in ottica mondiale è valso solo a non prendere troppo distacco, visto che Joan Mir adesso comanda saldamente la classifica. Eppure Maverick Vinales ad Aragon ha inscenato qualcosa di vagamente somigliante a un giro d’onore, di quelli che si fanno quando si finisce sul podio o comunque si ottiene un risultato importante. Ecco perché in molti si sono chiesti il perché di quel giro e quale fosse la ragione di quella bandiera portata in spalla sull’asfalto del MotorLand. “Pochi giorni fa a Roses, la mia città, è morto in seguito ad un incidente stradale uno dei miei primi tifosi – ha spiegato Vinales - Jordi Torrentà Oliveras, il nome scritto sulla mia bandiera nera, era il suo nome. Ho voluto ricordarlo così”.
Ha dovuto ricordarlo così. Visto che probabilmente avrebbe voluto diversamente, magari con un risultato migliore, con Vinales che ha spiegato poi in conferenza stampa le difficoltà vissute in gara: “Dopo quattro o cinque giri non sono riuscito a tenere il passo – ha affermato - Le gomme sono andate male. Soprattutto quando si svolta a sinistra. La caduta della gomma è stata velocissima, forse abbiamo sbagliato le pressioni, forse erano troppo alte, ma soprattutto all'ingresso di curva, nei settori 1 e 4, ho avuto molti problemi. Non abbiamo cambiato molto la moto qui, ho preferito concentrarmi sulla mia guida. Non so cosa sia successo a Fabio Quartararo, ma le giornate in cui va tutto male per Yamaha non sono una novità. Quello che dobbiamo fare è migliorare i nostri punti di forza per avere più ritmo. Dobbiamo smettere di migliorare le nostre debolezze e concentrarci invece sul miglioramento dei nostri punti di forza: ogni volta che proviamo a migliorare le nostre debolezze non facciamo buone gare”.
Se siete arrivati fino a qui seguiteci anche su Facebook e su Instagram